X
    Categoria: società

Sul jet di lusso del banchiere del Kuwait Un gioiello che vola a 150 euro al minuto

La storia di un 44enne di Mezzano, pilota di aerei: «Faccio il lavoro che sognavo da bambino. Nel ’94 il brevetto costò 60 milioni di lire»

Risponde al telefono dalle Maldive dove è arrivato da Krasnodar facendo una tappa a Tokyo. Resterà nell’atollo per quattro giorni prima di raggiungere il Kuwait e poi ripartire per Savannah. Se sei il comandante del jet privato extralusso di proprietà di un banchiere kuwaitiano la tua vita è così. Davide Golnelli, 44enne di Glorie di Mezzano, pilota un Gulfstream: gioiellino da decine di milioni di dollari che costa circa 150 euro per ogni minuto passato in volo.

«Faccio il lavoro che sognavo di fare da bambino, vado in posti in tutto il mondo dove non andrà mai un pilota di linea. Mi rendo conto di essere stato molto fortunato per arrivare qua». Il colpo di fortuna è arrivato quando la situazione pareva volgere al peggio. Circa quattro-cinque anni fa Davide – diploma all’aeronautico di Forlì nel 1991 e nel 1994 brevetto di volo commerciale costato circa 60 milioni di lire – pilotava il jet di un architetto ligure viaggiando soprattutto in Europa fin quando il professionista non è più riuscito a pagare le rate: «Mi chiamò, mi disse che doveva sparire per un po’ e mi chiese di riportare l’aereo alla banca».

Però fu quella consegna a portare il ravennate nel Golfo Persico (dove ora ha la residenza pur avendo passato là appena una ventina di giorni nel 2015 perché sempre in giro per il mondo con il banchiere): «Andai in America a restituire l’aereo e il banchiere era un appassionato di volo che mi invitò a cena curioso di conoscere come era il mio lavoro. Parlando venne fuori che un imprenditore kuwaitiano stava cercando un pilota con urgenza perché l’assicurazione non aveva accettato i suoi ma mi mancava la licenza per il suo aereo e così la settimana dopo mi sono ritrovato a Dallas in un’aula a fare il corso di formazione da 50mila euro pagato dal proprietario degli Starbucks e Footlocker tra Turchia e Thailandia».

Con quella licenza ha messo piede nel piccolo Stato asiatico facendo poi la conoscenza di altri magnati fino alla chiamata del banchiere, l’attuale datore di lavoro: «Sono in servizio per sei settimane e poi ho tre settimane di riposo che di solito passo in Romagna, tra Mezzano e Riccione dove vivo con la mia compagna e mia figlia di due anni. Quando sono operativo giriamo davvero il mondo alloggiando in alberghi da mille euro al giorno. Non faccio questo lavoro per gli alberghi, ma di certo non guasta. E se sono arrivato qua ringrazio anche la mia famiglia, che mi ha aiutato in tutto, che mi ha sostenuto quando sono servite grandi risorse per prendere il brevetto. 60 milioni di lire erano tanti ma oggi servono 50-60mila euro».

Essendo legati agli spostamenti dell’imprenditore, capita anche un po’ di tempo libero negli angoli del pianeta, come i quattro giorni alle Maldive, libero da impegni di lavoro fino al nuovo decollo: «Ho portato qua il capo per festeggiare il compleanno della moglie. Loro festeggiano e io sono libero».

La gavetta però Davide se la ricorda: «Appena dopo il brevetto ho fatto l’aerotaxi per qualche industriale romagnolo per accumulare ore di esperienza. Era l’unico modo per riuscire ad avere un curriculum con cui presentarsi alle compagnie di linea e così sono riuscito a diventare pilota di linea per la Air Dolomiti con un Atr 4272 da 70-80 posti. Ma era un po’ monotono…».