mercoledì
18 Giugno 2025
il cordoglio

Anche Faenza e Ravenna in lutto per la scomparsa di Luigi Lotti

La biblioteca Oriani resterà chiusa, il vicesindaco ai funerali a Firenze  

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È morto il professor Luigi Lotti, tra i più noti studiosi italiani di storia contemporanea. Faentino di origine, pur essendo nato a Trieste nel 1931, Lotti viveva a Ravenna, dove era presidente della fondazione Casa Oriani, alla quale aveva donato la propria biblioteca di circa 40mila volumi. «Esprimo le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia – ha dichiarato il sindaco Fabrizio Matteucci –. Ravenna lo ricorderà con stima e gratitudine e troveremo i modi e le forme adeguate per onorare un eminente intellettuale così legato alla nostra città».

«Uno studioso brillante, di meritata fama e notorietà – sono invece le parole del sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi – che aveva mantenuto negli anni uno stretto rapporto con la sua terra d’origine. Una grave perdita per la cultura italiana, per Faenza e per la Romagna. Alla famiglia inviamo le più sentite condoglianze a nome di tutta la comunità faentina». Dallo scorso novembre Lotti era anche presidente dell’associazione Museo del Risorgimento di Faenza.

Protagonista di una quasi cinquantennale carriera accademica presso l’Università di Firenze, per diciott’anni il professor Lotti è stato Presidente della «Cesare Alfieri», la prestigiosa facoltà di Scienze Politiche, che ha avuto fra i suoi maestri anche altri nomi di spicco, da Giuseppe Maranini a Giovanni Sartori, a Giovanni Spadolini. Proprio di Spadolini, Lotti è stato allievo, e poi suo successore sulla cattedra di storia contemporanea. Lotti, inoltre, è stato Presidente dell’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, con sede a Roma.

In lutto, naturalmente anche la Fondazione Casa di Oriani, che annuncia già l’intenzione di organizzare un’iniziativa pubblica per onorarne la memoria: la biblioteca Oriani resterà inoltre chiusa al pubblico in segno di lutto domani mattina (venerdì 11 marzo), in concomitanza con i funerali del professore, in programma alle 10 nella chiesa di San Remigio di Firenze.

In particolare, il direttore della Fondazione Oriani, Alessandro Luparini, ricorda con commozione il professor Lotti, già suo maestro alla Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze e poi al Seminario di Ricerche e Studi Parlamentari “S. Tosi”, «verso il quale – si legge in una nota – lo legava e lo legherà sempre un profondo debito di riconoscenza umana e professionale».

«Luigi Lotti – sono invece le parole del vicesindaco Giannantonio Mingozzi, che parteciperà ai funerali a Firenza in rappresentanza del Comune di Ravenna – ha presieduto il comitato ravennate per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, impegnandosi su tante iniziative di qualità nella nostra città, esprimendo in ogni occasione il valore del coinvolgimento popolare. I suoi testi, a partire da quelli dedicati alla storia patria e ai repubblicani in Romagna, rappresentano tuttora una base ineludibile per chi vuole affrontare quei temi in maniera approfondita. Il suo entusiasmo ci ha sempre accompagnato e la città si è riconosciuta nell’impegno di questo grande storico e intellettuale al quale dobbiamo molto e per il quale ci impegneremo nel mantenere vivo il ricordo e l’opera».

Questa mattina (giovedì 10 marzo) il professor Lotti è stato ricordato nel corso della breve cerimonia che ha visto le associazioni laiche e risorgimentali commemorare il 144° anniversario della morte di Giuseppe Mazzini, deponendo una corona sotto la lapide all’ingresso del municipio.

«La notizia della scomparsa del prof. Luigi Lotti mi riempie di tristezza – è il commento del segretario provinciale del Pri, Eugenio Fusignani –. Con lui scompare non solo uno degli studiosi di storia moderna e contemporanea più autorevoli, ma scompare anche uno dei pilastri della cultura laica contemporanea. Della sua produzione libraria mi piace ricordare “Repubblicani in Romagna dal 1894 al 1915”, che rappresenta un testo fondamentale per comprendere le radici della tradizione repubblicana in queste terre».

«Ricordo commosso Luigi Lotti, Maestro di storia moderna e contemporanea col quale studiai negli anni universitari fiorentini – è invece il ricordo di Antonio Patuelli, presidente dell’Abi e della Cassa di Risparmio di Ravenna – e che guidò l’autorevole scuola storica spadoliniana negli anni nei quali Spadolini era direttore di quotidiani e poi parlamentare. Ricordo innanzitutto la ricchezza del suo primo fondamentale studio sui repubblicani in Romagna, una vera ricostruzione storica del passaggio in Emilia Romagna e in Toscana dalla tradizione liberaldemocratica postrisorgimentale ai nuovi fermenti democratici e popolari novecenteschi. Ascoltare le sue lezioni significava capire il completo contesto degli eventi e le cause profonde che li determinavano. Da sempre pendolare fra Toscana e Romagna, Luigi Lotti ha continuato a svolgere il suo magistero culturale fino ai suoi ultimissimi giorni presiedendo organismi di rilievo nazionale di studi storici come la Fondazione Casa di Oriani di Ravenna e partecipando intensamente a convegni nei quali, negli ultimi anni, esprimeva talvolta anche con commozione pure la ricostruzione di fatto autobiografica dei suoi studi.
Un aneddoto più di ogni altro, sarà per me indimenticabile ed emblematico: nel centenario dell’Unità d’Italia, vissuto quanto mai intensamente da Spadolini e Lotti, i due Maestri di storia moderna e contemporanea si divertivano con un gioco intellettuale di particolare qualità. Prendendo i giorni del calendario degli anni 1859, ‘60 e ‘61 l’un l’altro si ponevano domande relative a ciò che era avvenuto in uno dei giorni della “miracolosa” unificazione risorgimentale d’Italia. E così continuavano l’un l’altro a farsi domande e a darsi risposte di cultura storica che testimoniavano la grande passione ed intensità degli studi sviluppati dai due capiscuola».

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