Impiantato al Maria Cecilia Hospital un nuovo defibrillatore cardiaco biventricolare compatibile con gli esami di Risonanza Magnetica

È stato eseguito giovedì (10 marzo) al Maria Cecilia Hospital di Cotignola dall’équipe medica guidata dal dottor Saverio Iacopino (direttore dell’Unità di Aritmologia ed Elettrofisiologia di GVM Care & Research) il primo impianto in Emilia-Romagna del nuovo defibrillatore biventricolare digitale Claria MRI (Medtronic), device di ultima generazione che riconosce “in automatico” le gravi alterazioni del ritmo cardiaco – quali le tachicardie ventricolari e le aritmie atriali – che possono compromettere la funzionalità del cuore e peggiorarne lo stato di compenso.

È stato impiantato su un paziente di 78 anni affetto da grave scompenso cardiaco da pregresso infarto (refrattario alla terapia farmacologica) e complicato da Fibrillazione Atriale recidivante, insufficienza renale cronica, diabete mellito.

Tra le caratteristiche del nuovo defibrillatore biventricolare, il cui utilizzo è rivolto al trattamento dei soggetti ad alto rischio di morte improvvisa ed affetti da scompenso cardiaco, vi è quella di essere compatibile con indagini diagnostiche come la Risonanza Magnetica, sia a 1,5 che a 3 Tesla.

Grazie ad una specifica modalità di funzionamento, il Claria MRI offre, infatti, la massima sicurezza operativa durante tutte le fasi del check-up strumentale, mantenendo sempre costante la capacità di elettrostimolazione delle camere cardiache lungo l’intero ciclo di vita del sistema.
Un’attenta rivalutazione e riprogettazione sia della componentistica che del design complessivo, hanno inoltre permesso di contenere lo spessore del device a soli 13 millimetri così da risultare più accettato dai pazienti di età molto avanzata o molto giovani, magri, di bassa statura o sesso femminile: ciò si è tradotto in un netto miglioramento del comfort e in una sensibile riduzione – pari al 30% – del possibile trauma cutaneo nell’area d’impianto, con minor possibilità di lesioni da decubito.
Considerato altresì l’alto rischio d‘infezione chirurgica correlato alla presenza di patologie concomitanti la cardiopatia (diabete ed insufficienza renale), l’équipe medica ha deciso per il contemporaneo utilizzo e conseguente impianto parallelo, del sacchetto antibiotico TYRX, in grado di ridurre del 90% il pericolo d’infezioni batteriche – a volte letali – in pazienti critici.

«È indubbiamente innovativo – dichiara il dottor Saverio Iacopino – che il dispositivo sia multiprogrammabile e in grado di monitorare e regolare la frequenza cardiaca erogando terapie di stimolazione biventricolare simultanea o sequenziale, terapie per tachiaritmie ventricolari e terapie per tachiaritmie atriali, e che sia dotato di un algoritmo molto sofisticato capace, durante l’intero arco della giornata, di campionare il battito e discriminarne la stimolazione biventricolare da efficace a non efficace, osservandone la morfologia anche in caso di fibrillazione atriale, risultando infine compatibile per il servizio di monitoraggio in remoto».

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