Sutter, tra reddito minimo e cultura «Mai col Pd, neanche al ballottaggio»

Al Fellini l’intervista con la candidata di Ravenna in Comune: «Spero in una lista di Michela Guerra, anche se c’è vicinanza»

Né con Alberghini della Lega (e Forza Italia e Lista per Ravenna), né con De Pascale del Pd (e Pri e liste civiche) in caso di ballottaggio tra i due. E dopo le elezioni, in caso di mancata vittoria, Ravenna in Comune resterà una realtà politica locale in cui Raffaella Sutter intende esercitare una delle doti che le viene da tutti riconosciuta: la capacità di fare “coaching” e far crescere realtà giovani. Con questi impegni si è chiuso l’incontro-intervista di R&D con la candidata sindaco Raffaella Sutter, in un Fellini di piazza Kennedy affollato per l’occasione.

Le partecipate, i beni comuni, il ruolo del consiglio comunale, la Romagna
Tra i punti del programma di Sutter & Co si è parlato dell’intenzione della candidata di riportare in capo al Comune alcuni servizi ora esternalizzati compresa la raccolta rifiuti (sul modello elaborato a Forlì), la gestione dei servizi sociali e delle case popolari superando quindi realtà di intermediazione come Ravenna Holding, Asp e Acer con lo scopo dichiarato di restituire al consiglio comunale un ruolo centrale nel dibattito della città. Nessun aumento dei costi, assicura Sutter, semmai qualche risparmio rispetto a incarichi e posizioni di vertice che così facendo scomparirebbero.

Da piazza Kennedy alla Darsena, prima che sia troppo tardi
Se per piazza Kennedy Sutter ha ribadito che, se fosse eletta sindaco, renderebbe visibile una piccola porzione degli scavi nonostante lo scetticismo mostrato anche in questi giorni dalla Soprintendenza, sulla Darsena ha insistito sulla necessità di impegnare l’Autorità portuale nella bonifica del Candiano per poi immaginare una gestione pubblica dell’acqua, costringendo, anche attraverso multe più salate, i privati a mantenere il decoro soprattutto per chi si affaccia sulle banchine. Ha definito «errore gravissimo» e forse la «peggiore soluzione possibile» quella di sistemare temporaneamente (ma senza al momento alternative in vista) i vigili urbani nell’unico spazio di proprietà comunale in Darsena, l’ex Dogana, che doveva invece essere un biglietto da visita e un motore per quella rivitalizzione dell’area necessaria ad attirare investimenti. Investimenti che servono prima che sia troppo tardi e gli edifici oggi dismessi vadano in malora «e si dia allora il via a nuove urbanizzazioni, è questo il vero rischio».

Lo stallo del porto: «La Sapir ha fatto gli interessi privati più che quelli pubblici»
E sul porto? «Mi convinceva più il primo progettone di Di Marco, con gli espropri, rispetto alle casse a mare. Sullo stallo rispetto ai fondali credo che una parte di responsabilità stia nel fatto che Sapir in questi anni ha fatto più gli interessi privati di quelli pubblici. E certo, siamo favorevoli all’approfondimento dei fondali anche se ci piacerebbe capire per fare esattamente cosa anche da parte degli imprenditori del porto, vorremmo sapere cosa ne è stato del progetto del terminal container e ci chiediamo se chissà, magari anche Largo Trattaroli non possa essere un punto in cui accogliere i fanghi…».

La stazione a Nord e una nuova viabilità
Contrari come noto al progetto (ancora tutto sulla carta) della famosa E55, Sutter annuncia che a breve presenteranno una loro alternativa per lo spostamento a nord della stazione e una ristrutturazione di tutta la viabilità attorno alla città che riguarderebbe appunto anche i mezzi in entrata e in uscita dal porto. Insomma, non ci stanno quelli di Ravenna in Comune a fare la parte degli “ambientalisti” che dicono no a tutto, come qualche avversario vorrebbe farli passare, e annunciano cartine e mappe dettagliate.

Gli avversari: «Spero in una lista di Michela Guerra»
E a proposito di avversari, Sutter auspica che Michela Guerra, dopo la mancata certificazione della lista da parte del Movimento 5 Stelle, presenti una propria lista perché, innanzitutto «questo innalzerebbe il numero di votanti» convinta che una bassa affluenza possa favorire di fatto il Pd. Anche se è certamente vero che l’elettorato di Sutter e Guerra potrebbe almeno in parti sovrapporsi: «Abbiamo molti temi e proposte in comune, sicuramente c’è una vicinanza».

Il reddito minimo per i precari, per prevenire la povertà
Tra questi temi indubbiamente il «reddito minimo comunale» che Sutter rivendica come una proposta di sinistra fin dagli anni Settanta in altre parti di Europa e che secondo la candidata potrebbe essere applicato a Ravenna riordinando e sistemando l’oggi complicato e a suo parere «disastroso» sistema di fondi ed erogazioni contro la povertà. Un reddito che secondo Sutter non dovrebbe andare a chi è in situazione di cronicità rispetto alla povertà, per cui bisogna pensare altri strumenti, ma piuttosto per prevenire lo scivolamento di chi magari il lavoro ce l’aveva e l’ha perso o vive in una condizione di forte precarietà lavorativa, come ormai sempre più frequente.

Più risorse per la cultura da bandi internazionali. E sul 2019…
E se da qui le risorse potrebbero appunto essere trovate, come si dice, da un’ottimizzazione di quelle esistenti, per la cultura bisognerebbe invece, dice la candidata, andare a cercarle fuori, cosa che non si è fatta abbastanza. «È mai possibile che una biblioteca come l’Oriani debba poter contare solo su fondi comunali, provinciali e di fondazioni locali? Sono certa che in Europa ci sono fondazioni che si occupano di storia a cui quel patrimonio potrebbe interessare eccome». E sempre l’Oriani, con l’area dantesca, non potrebbe diventare un cuore culturale in vista del 2021? Cultura su cui investire per creare lavoro e sostenere la produzione, più che la fruizione. «Non ci sarebbe nemmeno bisogno di togliere risorse al Ravenna Festival, che dovrebbe diventare però più un incubatore per realtà locali». Il 2019? «Ha messo in moto tante energie, ma è mancata una guida forte del Comune, che invece ci deve essere, in generale, sulla cultura». E dal mondo della cultura, in questa campagna elettorale, si aspettava più sostegno? Sorpresa dal fatto che molti non si siano schierati o si siano schierati con altri? «Lo dico senza mezzi termini: chi fa cultura in questa città fatica a esporsi per noi perché c’è troppo precariato e bene o male tutti dipendono da qualche finanziamento, da qualche convenzione in scadenza. Ma nel segreto dell’urna, chissà…».

Gli avversari de La Sinistra: «Non credo siano in cerca di poltrone, credo abbiano fatto un errore di valutazione politica»
L’urna naturalmente Ravenna in Comune se la contende anche con la lista La Sinistra per Ravenna che invece appoggia De Pascale del Pd e dove sarà candidata Valentina Morigi, attuale assessore, a cui si può dare almeno il merito di aver fatto molto per esempio sui processi partecipativi? «Sì, è vero si è fatto molto, ma si poteva anche fare di più e purtroppo alla fine la partecipazione è stata più un orpello che altro, non ha inciso davvero nelle scelte, penso per esempio alla Darsena». Ma sugli avversari di La Sinistra, Sutter dice anche: «Dentro ci sono molti amici, persone che stimo profondamente. E non credo, come altri della nostra lista dicono, che sia una scelta dettata dall’attaccamento alla poltrona, no. Credo che abbiamo solo fatto una valutazione politica sbagliata». Anche perrché il giudizio di Sutter su questa ultima giunta e sul Pd in generale è che si sia perso il “nord” della bussola che indica la sinistra, ossia la tensione verso l’egualitarismo e contro qualsiasi discriminazione di provenienza, religione, genere. E a proposito di donne e genere, tra le misure più concrete da mettere in atto anche una nuova sede della Casa delle donne agibile anche a persone disabili e dove poter ampliare il tipo e il numero di attività che vi si svolgono.

La lista e il “minestrone”
Ma quello che Sutter rivendica come “di genere” è anche l’apporto che la sua presenza, a oggi l’unica donna in corsa, ha dato in termini di partecipazione e rappresentanza. «Ho sempre detto che non mi sarei candidata se fosse stato un partito a chiedermelo – dice l’ex dirigente comunale – ma che mi interessava un nuovo esperimento di rappresentanza. E credo che la lista di Ravenna in Comune rappresenti questo». Trentadue i nomi appena votati dall’assemblea e che i detrattori hanno definito un “minestrone” in cui dentro ci sono musulmani, comunisti, attivisti pro diritti gay, persone di origine straniera, ex politici, sindacalisti. «Una lista civica, non certo antipolitica, dove dentro ci sono persone che si rappresentano da sole e che hanno una storia, molte fanno parte di associazioni che si occupano di diritti, di ambiente, di beni comuni, di sociale. E ci sono anche persone che vengono dal mondo della politica e di quei partiti che ci sostengono esternamente, come è giusto che sia. E sì, ci sono quattro persone di origine straniera che secondo me su 32 rappresentano anche statisticamente la composizione della società di oggi, così come ci sono “altre religioni”». Una composizione complessa, per una società sempre più complessa, insomma. E per l’eventuale giunta? Saranno resi noti i possibili nomi prima del voto? «Sì, intendiamo a farlo a breve».

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