giovedì
28 Agosto 2025
Il retroscena

Appalto rifiuti: la commissione di gara di Hera risuscita dopo il ricorso Ciclat

Sciolta dopo l'aggiudicazione ma riconvocata dopo i dubbi sollevati dalla coop per attestare la regolarità: «Ostacolano gli accertamenti»

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Si parla di immondizia ma vale venti milioni di euro all’anno per due anni. È questo infatti il corrispettivo dell’appalto messo a bando da Hera per la raccolta dei rifiuti in provincia di Ravenna nel biennio 2016-17: tanti soldi che hanno fatto nascere un contenzioso sollevato davanti al tribunale amministrativo regionale dal raggruppamento di imprese capeggiato dalla cooperativa Ciclat Trasporti Ambiente di Ravenna che è uscito sconfitto dalle decisioni prese dalla multiutility ma è convinto ci siano state delle irregolarità da parte dei concorrenti e anche nelle procedure di gara. La richiesta del ricorso è l’annullamento dell’aggiudicazione definitiva al raggruppamento che riunisce il consorzio Ambiente 2.0 (guidato da Aimeri di Rozzano del gruppo Biancamano, vedi correlati) e la coop Orso Blu, escludendolo dalla nuova graduatoria da riformulare e quindi affidando il lavoro a Ciclat e le altre tre società al suo fianco (Astra di Faenza, Csr di Rimini e Formula Ambiente di Cesena). La disputa davanti ai giudici del Tar (udienza il 10 maggio) contrappone due realtà che fino a poco tempo fa erano alleate: l’appalto ravennate arrivato a scadenza a fine 2015 infatti vedeva Ciclat e Aimeri nello stesso raggruppamento di imprese che aveva vinto l’ultima gara.

La gara e il maxi ribasso
All’aggiudicazione per Ambiente 2.0 si è arrivati il 20 gennaio scorso (bando di luglio 2015): l’8 aprile la firma sul contratto con il servizio partito a tutti gli effetti dal 16 aprile. Diversi soggetti avevano fatto domanda di partecipazione: a tre di questi, al termine di una fase detta di prequalifica che si svolge internamente alla stazione appaltante (Hera) e in cui vengono presi in esami i concorrenti, è stata recapitata la lettera di invito formale per consegnare progetto e proposta economica. Che pesavano rispettivamente per 60 e 40 punti nella valutazione finale su 100. Solo Ciclat e Aimeri hanno manifestato volontà di continuare scoprendo le proprie carte solo a questo punto con la consegna telematica del progetto: sul fronte tecnico la commissione di gara (due professori universitari e un dirigente Hera) ha premiato i ravennati mentre sul fronte economico i milanesi hanno sbaragliato la concorrenza mettendo nero su bianco un ribasso del 14,14 percento contro il 7,27. Una differenza abissale che tradotto in soldoni equivale a un risparmio di 2,75 milioni per Hera. Vale la pena sottolineare che degli altri quattro appalti di Hera sulle stesse opere, aggiudicati in altre province della regione nello stesso periodo (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini), solo in un altro caso si è superato il 10 percento di ribasso, tutti gli altri sono stati aggiudicati con diminuzioni d’offerta fra l’1,71 percento (Forlì-Cesena) e il 6,51 percento (Bologna).

Il ricorso di Ciclat per le rescissioni di Aimeri
La motivazione del ricorso presentato da Ciclat è piuttosto semplice: secondo gli uffici della coop, assistiti dall’avvocato Elena Zanni, la rivale Aimeri non ha i requisiti richiesti dal codice degli appalti. Anzi, peggio: avrebbe falsamente dichiarato di averli. Fulcro di tutto è il comma di un articolo del codice appalti in cui si specifica che possono partecipare al bando solo società che non hanno già subito rescissioni in danno in altri appalti. Nel modulo ufficiale definito dalle leggi il consorzio Ambiente 2.0 non ne menziona alcuna. Salvo poi allegare una nota integrativa (non richiesta) firmata dal presidente Francesco Maltoni in cui si elencano dodici circostanze di rescissione (di cui nove in danno) nel triennio 2012-14 in cui ha svolto oltre 400 servizi. In alcuni dei casi è stata fatta anche segnalazione all’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. L’elenco va da Livorno alla Lunigiana, da Buddusò in Sardegna a Monopoli, da Buccinasco a Grottaferrata: in molti casi si sono registrati ritardi nei pagamenti degli stipendi. Maltoni dice di comunicare questi casi «con spirito di collaborazione e trasparenza» ma siccome a suo giudizio si tratta di «gravi inadempimenti delle amministrazioni committenti», ritiene che «nessuno possa essere considerato grave errore professionale» quindi «non incidono sul possesso del requisito» e per questo «non andavano dichiarate nelle forme solenni del Dpr 445/2000». In effetti la stazione appaltante ha discrezionalità di valutare il peso di eventuali rescissioni ma secondo Ciclat quei casi sono tutt’altro che secondari e già altri quattro Tar di altre regioni hanno stabilito la legittimità dell’esclusione di Aimeri per non aver riferietodi precedenti inadempimenti. E se la percentuale sul totale appare misera da più fonti si sostiene che si tratta di provvedimenti non frequenti dalle pubbliche amministrazioni. Ciclat poi teme che la commissione di gara non sia nemmeno stata informata delle rescissioni perché menzionate solo in una nota integrativa priva di valore burocratico.

Tutti al Tar
La data cerchiata in rosso sul calendario, come detto, è quella del 10 maggio. Per quel giorno è fissata l’udienza del tribunale amministrativo regionale. Si entrerà nel merito e si dovrebbe uscire dall’aula con una decisione perché lo scorso 5 aprile la ricorrente Ciclat, avendo il Tar già calendarizzato l’udienza per la discussione del merito da lì a un mese, ha preferito rinunciare alla richiesta di sospensiva per permettere al tribunale un esame approfondito del caso.

La commissione di gara risuscitata dopo essersi sciolta
È però probabile uno slittamento a inizio giugno. Questo perché nelle ultime settimane Hera non è rimasta con le mani in mano e ha preso due iniziative inattese. La prima è la firma del contratto l’8 aprile, pur avendo già un’udienza fissata e avendo già emesso più di una proroga per lasciare il servizio al vecchio operatore fino a quel momento. Secondo quanto si apprende la mossa sarebbe stata fatta per evitare che il passaggio di consegne ufficializzato dal Tar avvenisse in piena stagione estiva creando disagi peggiori sui lidi. Ma stupisce di più quanto accaduto il 12 aprile. Il direttore aquisti-appalti di Hera, l’ingegnere Gian Carlo Randi, ha riconvocato la commissione di gara – organismo che per legge cessa la sua esistenza nel momento stesso dell’aggiudicazione – attestando che pur essendoci state quattro (sic) risoluzioni contrattuali non è possibie ritenere che Aimeri sia priva del requisito riservato a chi non ha subito rescissioni in danno. Di quest’ultima attestazione sottoscritta da Randi è stato chiesto l’annullamento al Tar da parte di Ciclat così come per il contratto. Potrebbe essere questo ricorso aggiuntivo a far propendere i giudici per uno slittamento. E secondo il legale di Ciclat è proprio l’obiettivo di Hera: «Un mezzuccio» messo in campo «per ostacolare e ritardare l’accertamento giudiziale» con la creazione di «qualcosa che non è un atto di gara ma vuole sembrarlo». Lo studio legale che assiste Ciclat vede nella mossa della stazione appaltante anche «il goffo tentativo di rimediare alle irregolarità commesse in corso di gara» e cioè non aver escluso Aimeri. Ma non può essere considerato un atto legittimo, secondo Ciclat, perché la commissione si è riunita nuovamente quando il contratto era già stato firmato da quattro giorni, non c’erano quindi più margini per un intervento in autotutela e inoltre la convocazione è stata fatta dal direttore acquisti-appalti che nella procedura di gara non aveva mai avuto un ruolo.

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