Terapia per uomini violenti

Il progetto Muoviti, improntato sulla metodologia norvegese: 16 casi in 8 mesi. Spesso persone cresciute in ambienti dove era accettata la violenza

Che la violenza sulle donne sia o dovrebbe essere un problema innanzitutto degli uomini è il punto di partenza del nuovo servizio di assistenza psicologica offerto dalla cooperativa Libra dall’ottobre del 2015, pensato per gli uomini che maltrattano le compagne. Chiediamo lumi su questi primi mesi di attività ad Andrea Campione, uno dei due psicologi che seguono il progetto.

Intanto, i numeri: dall’avvio ci sono stati sedici contatti, di cui cinque per richiesta informazioni, sei arrivati tramite i servizi sociali, due tramite Linea Rosa (su richiesta all’associazione delle compagne degli uomini), uno dalla neuropsichiatria infantile (per un caso di violenza assistita), uno da uno studio psicologico e uno da uno studio legale. Al momento sono sei i casi seguiti, uno dei quali sta completando il proprio percorso, mentre altri tre nei mesi scorsi hanno abbandonato.

A differenza di quanto per esempio accade in Norvegia, paese di riferimento per gli operatori del progetto che seguono la metodologia di un centro di Oslo e su cui hanno fatto la formazione, in Italia non esiste un obbligo di legge per gli uomini a sottoporsi a questo tipo di terapia, al massimo una “forte raccomandazione”. Varie le fasi attraverso cui si snoda il percorso, sempre tarato, ci spiega Campione, sul singolo paziente ma che si suddivide in step predeterminati e che dovrebbe durare da un minimo di sei mesi a un massimo di un anno con un incontro settimanale.

C’è un primo step di riconoscimento del problema, spesso questi uomini infatti minimizzano l’accaduto, per arrivare a un’ammissione di responsabilità di chi agisce la violenza. Una delle dinamiche più frequenti è infatti quella di incolpare la donna per le reazioni: è lei che provoca, che non sa tacere, che fa arrabbbiare. A questo punto si può arrivare a considerare da dove nasce il problema e qui, ci dice Campione, ci sono elementi ricorrenti. Molte di queste persone sono per esempio cresciute in contesti familiari dove la violenza era un modo convidiso e accettato di affrontare i problemi, hanno loro stessi subito violenza o vi hanno assistito. Inoltre si può spesso notare carenze nel rapporto empatico soprattutto con la madre, essenziale per poter capire l’altro e gestire le relazioni. E così si può arrivare a una comprensione di ciò che provano moglie e figli, fase finale del percorso.

In questi tempi in cui di femminicidio si parla tanto, qualcuno contatta il servizio perché teme di poter arrivare al gesto estremo? «Questo non lo ammetterà mai nessuno, ma vero è che chi ci contatta è o perché vuole salvare la relazione o perché ha fatto qualcosa di cui si è spaventato, dopo un episodio più grave degli altri».

Il progetto prevede la gratuità del servizio per i pazienti sotto i 15mila euro di Isee e 40 euro a seduta per chi invece è sopra questa soglia. È stato inizialmente finanziato tramite un bando della Fondazione del Monte che includeva varie altri voci e progetti anche di altre realtà. Oggi per proseguire e continuare a garantire la gratuità agli utenti più in difficoltà economica la coop Libra ha proposto un progetto di 8.800 euro attraverso i Piani di zona. Sono quattro i pazienti che non pagano il servizio per ragioni di reddito.

Info: servizio “Muoviti” di intervento psicologico per uomini che agiscono violenza nelle relazioni affettive, va Mazzini 61, Ravenna. Tel. 327 4621965, lunedì e mercoledì dalle 10 alle 13 , venerdì dalle 14 alle 17.

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