Spari in aria «per nervosismo» e le scritte pro Allah «sotto la guida di uno spirito»

Emergono dettagli sul 28enne arrestato dalla polizia per l’episodio accaduto in un parco pubblico. Indaga anche l’antiterrorismo

Il legale che lo difende dice che al momento l’unica cosa certa a proposito del suo cliente, un 28enne muratore albanese residente a Ravenna da tempo (L. F. le iniziali), è un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per detenzione e porto di armi e ricettazione (la pistola risulta rubata). Che l’uomo abbia usato quell’arma per sparare colpi in aria in un parco pubblico della città sabato sera è una circostanza che l’avvocato Alessandro Cristofori dice di non poter escludere. Non la esclude di certo la polizia, anzi ne è convinta: si indaga sulla vicenda con la Digos e la squadra mobile partendo dalla segnalazione di un cittadino residente vicino all’area verde di via Vulcano, non troppo distante dal comando provinciale dei carabinieri, dove sarebbe accaduto l’episodio. E pare non l’abbia escluso nemmeno il diretto interessato interrogato dal giudice, almeno stando a quanto riportano le testate nazionali. Perché per tutta la giornata odierna, in cui la notizia è diventata di pubblico dominio dopo la pubblicazione sulle colonne del Corriere Romagna, ufficialmente nessun commento dalla questura o dalla procura.

E allora la ricostruzione dei fatti è affidata a quanto filtra dalle agenzie di stampa. Sarebbe stato lo stesso arrestato a riferire agli inquirenti che sabato sera era andato in un parco di via Vulcano, vicino a casa, e preso da uno stato di nervosismo, aveva esploso due colpi in aria. La polizia è intervenuta allertata da una persona che ha detto di aver visto un uomo agitato parlare da solo, che aveva sferrato calci contro una panchina, e che teneva in mano una pistola. L’uomo, il giorno successivo, è stato rintracciato in strada e arrestato.

Il gip non ha convalidato l’arresto ma disposto la custodia cautelare. «A dispetto della sua incensuratezza, la condotta tenuta denota un allarmante rischio per la pubblica incolumità, ben potendo l’indagato procurarsi un’arma simile a quella sequestrata». Lo scrive il Gip di Ravenna Antonella Guidomei, nell’ordinanza con cui applica la custodia cautelare in carcere. Il giudice sottolinea come solo la prontezza di un cittadino che ha chiamato le forze dell’ordine e il tempestivo intervento di una volante abbiano impedito che l’uomo portasse a compimento atti violenti con l’arma: rischio vicino alla certezza tenuto conto che la pistola era carica ed era stata usata.

Del 28enne, oltre alla professione, al momento si sa che è musulmano, frequentatore di una moschea e sulle pareti della camera dove vive sarebbero state trovate scritte in albanese come “Allah è grande”. Durante la perquisizione nel suo appartamento, sono state trovate cartucce calibro 38 Special, 23 in casa e dieci nel sottosella dello scooter dove era nascosta anche una mannaia in metallo. Dall’ordinanza emergerebbe che l’uomo ha detto di essere stato lui a scrivere sulle pareti della camera da letto alcune frasi nella propria lingua con richiami alla religione musulmana, ad Allah e alla sua grandezza. E di averlo fatto, guidato da uno «spirito». Riferimenti a «spiriti maligni» e a «diavoli» sarebbero stati fatti dall’uomo anche nel corso dell’interrogatorio con il pm Cristina D’Aniello in cui non ha dato spiegazioni del suo gesto.

Si sta cercando di capire se si tratti di una persona con problemi psicologici, su cui si sia innestata una qualche forma di radicalizzazione religiosa. Anche per queste valutazioni copia degli atti sarà trasmesso all’antiterrorismo di Bologna, coordinata dal procuratore aggiunto Valter Giovannini.

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