I tempi di permanenza, la gestione dei costi, le disposizioni di sicurezza: sono i tre punti critici, secondo la Lega Nord, a proposito del progetto di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati che da settembre per due anni e mezzo potrà contare su venti posti dislocati in due strutture nel centro urbano di Ravenna.
Innanzitutto Samantha Gardin, capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale e segretaria provinciale del movimento a Ravenna, critica l’assessore Valentina Morigi per aver mantenuto il riserbo sulla posizione delle strutture: «In conferenza stampa si è rifiutata di chiarire quale sia l’ubicazione delle strutture a Ravenna. Morigi ha svelato che si tratta di un condominio, ma non ha voluto precisare la via. Ha promesso un incontro pubblico di presentazione, ma solo dopo che il progetto sarà entrato a regime».
Poi Gardin entra più nel merito del progetto: «Sono incerti i tempi di permanenza di questi giovani stranieri. Il limite dovrebbe essere di 60 giorni ma è stato detto che chi si trova a ridosso della maggiore età, la maggior parte, rimane più a lungo. Non si sa nulla della quetione sicurezza. Abbiamo imparato, a nostre spese, che non tutti questi minori, di fatto clandestini, sono bravi ragazzi. Nessuno ha parlato di come e se saranno sorvegliati e di cosa accadrà se si macchieranno di qualche atto criminoso o di vandalismo».
Infine la questione dei costi: «A un primo esame dovrebbero essere circa 56 euro al giorno a testa. Un cifra cospicua, che si evince dal costo di 2,56 milioni di euro per 50 giovani stranieri (20 a Ravenna e 30 a Budrio, ndr) per trenta mesi. A questi giovani saranno garantiti assistenza legale e sanitaria, vitto, alloggio, servizi di mediazione culturale, un pocket money, lezioni di italiano e frequentazione di non meglio precisate associazioni e strutture dedicate. Insomma, potranno godere di servizi e benefit di cui forse non possono fruire molti giovani italiani, soprattutto a titolo gratuito».