Aggiungi un (social) posto a tavola

Due freelance progettano un’app che trova commensali a chi non vuole mangiare da solo al ristorante: dal dating al pranzo tra manager

I pasti al ristorante come momento di socializzazione tra sconosciuti con interessi comuni, disposti a sedersi alla stessa tavola per fare nuove conoscenze o semplicemente mangiare in compagnia. È la filosofia che sta dietro a Social Table, il progetto che due freelance ravennati stanno cercando di trasformare in business creando un’applicazione per smartphone.

Il 35enne Maurizio Melandri e il 34enne Lorenzo De Donato stanno lavorando allo sviluppo seduti a una scrivania dentro Colabora, lo spazio coworking sostenuto dal Comune in darsena: «Detta in soldoni è molto semplice: immaginiamo uno strumento con cui le persone possano incontrarsi in locali pubblici e conoscersi nella vita reale, per non mangiare da soli o per condividere il momento della tavola. Ci sarà chi fissa luogo e orario della sua disponibilità e chi cercherà tavoli disponibili di suo interesse». Le possibilità sono svariate: «Può essere una versione particolare del dating o un pranzo di lavoro tra manager in trasferta».

L’idea è nata da tempo, poi un anno fa Maurizio e Lorenzo l’hanno presentata al bando per l’assegnazione degli spazi di Colabora e ora stanno raffinando il progetto: «L’apporto di Colabora si sta rivelando prezioso: non è un incubatore come altri in cui vengono messi a disposizione dei capitali ma possiamo contare sul supporto di esperti». Di recente Social Table ha ottenuto un premio di tremila euro perché inserita tra i tre progetti ravennati premiati a Start Cup Emilia Romagna, competizione annuale finalizzata a favorire la nascita di nuove imprese ad alto contenuto innovativo, organizzata da Aster (società consortile della Regione Emilia-Romagna).

Quale modello di business immaginano i due sviluppatori? «Al momento siamo orientati verso una formula premium: l’app si scarica gratuitamente in modo da avere una massa critica importante poi pagando l’utente può accedere a servizi in più come ad esempio sapere quanta affinità c’è tra i profili degli utenti. E ci sarà spazio per i ristoranti che potranno promuovere le loro offerte e magari avere un tavolo social sempre aperto a chi vuole sedersi prenotando un posto tramite l’app». Fra quanto le idee si tradurranno in incassi? «In queste settimane stiamo proprio cercando di definire quale modello di business possa essere più adatto per noi: l’ambizione non ci manca ma non siamo degli illusi, ce la stiamo giocando al meglio ma sappiamo che tutto può finire senza decollare, il tasso di mortalità delle startup è elevato».

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