Cadavere nel canale emiliano-romagnolo È un profugo scomparso da dieci giorni

La vittima è un 38enne inserito nella rete per richiedenti asilo coordinata dalla prefettura. Lascia la moglie e tre figli

Il corpo senza vita di un 38enne senegalese (Mbaye Bassirou) è stato recuperato stamani, 7 novembre, dalle acque del canale emiliano-romagnolo (Cer) all’altezza del ponte di via Gaggio a Cotignola: dell’uomo, un richiedente asilo alloggiato in una struttura nella frazione di Budrio che fa parte della rete coordinata dalla prefettura per l’accoglienza dei profughi, pare che non si avessero notizie dal 28 ottobre scorso ma, fa sapere la questura, «non risultano segnalazioni dell’allontamento alle forze di polizia». Lascia la moglie e tre figli che vivono ancora in Senegal.

Il cadavere è stato recuperato dal personale nautico dei vigili del fuoco intervenuti con un gommone e, secondo le prime ispezioni, appare in avanzato stato di decomposizione a testimonianza quindi di una permanenza in acqua che durava da giorni. Non presenta segni di violenza esterna: la causa di morte ritenuta più probabile al momento è quindi quella dell’annegamento, forse dopo una caduta accidentale nelle acque. Sul posto oltre ai pompieri anche il personale medico del 118 e gli agenti di polizia del commissariato di Lugo che stanno conducendo le indagini.

L’uomo faceva parte del primo gruppo di profughi sistemati nella nuova struttura di Budrio in via Gaggio 14, a poche centinaia di metri dal luogo dove è stato ripescato il cadavere, inaugurata all’inizio di settembre e gestita dalla cooperativa Cefal. Secondo le informazioni raccolte finora era in Italia da tempo e attualmente in attesa dell’esito per un ricorso presentato dopo che la richiesta di asilo era stata respinta.

 

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