«La coop di cui è presidente il figlio del ministro Poletti è in regola con il sistema di contributi all’editoria»  

Legacoop tutelerà le associate: «Ci sorprende negativamente la notizia che il segretario provinciale della Lega Nord presenterà un esposto»

«Manuel Poletti è il presidente di una cooperativa di giornalisti da ben prima che suo padre Giuliano diventasse ministro. Per quanto ci risulta la cooperativa Media Romagna rispetta le normative, i contratti di lavoro e tutte le regole del sistema italiano di sostegno all’editoria». Nella bufera attorno ai contributi pubblici erogati al settimanale ravennate Settesere Qui diretto da Manuel Poletti, e scoppiata dopo le dichiarazioni del ministro del Lavoro a proposito dei giovani che si trasferiscono all’estero, interviene Legacoop Romagna attraverso una nota della presidenza: «A Manuel e ai suoi soci va tutta la nostra solidarietà». Per questo intendono tutelare in tutte le sedi l’onorabilità delle nostre associate, di Legacoop Romagna e in generale del mondo della cooperazione, «parte fondamentale del sistema economico e occupazionale di questo Paese».

La lega delle cooperative «invita tutti coloro che in queste ore si stanno accanendo su un giornalista, la cui unica responsabilità è essere figlio di un ministro, a ripensare toni e modi del dibattito politico. È un ben triste Paese quello che per colpire i padri si accanisce sui figli». Legacoop coglie l’occasione per affrontare la situazione del settore giornalistico-editoriale: «Gli attacchi a cui sono sottoposti provengono spesso da altri giornalisti: persone che si chiamano tra di loro colleghi e conoscono le difficoltà dell’editoria, non solo quella piccola e non profit. I soci delle cooperative di giornalisti stanno subendo in questi anni i rigori della crisi, come molti loro colleghi purtroppo, con contratti di solidarietà, sacrifici, riduzioni dell’orario di lavoro e dolorose scelte di bilancio. La cooperazione tra giornalisti si è dimostrata un modo per fare impresa credibile, in un momento in cui tutto il settore sta subendo tagli pesantissimi. Superare il limite del diritto di cronaca, sfociando nella mera speculazione politica, non ci sembra di nessun aiuto».

Secondo la presidenza «cavalcando l’onda si rischia spesso di cadere nel ridicolo. Ci sorprende negativamente, ad esempio, la notizia che il segretario provinciale di Ravenna, Samantha Gardin, abbia annunciato un’azione giudiziaria per cavalcare l’onda della polemica. È inutile che ricordiamo che per 17 anni, la Padania, organo di informazione del Carroccio, ha percepito 300mila euro al mese, incassando dallo Stato italiano oltre 60 milioni di euro. Il problema non sono e non possono essere i contributi pubblici all’editoria. Come abbiamo avuto modo di ricordare di recente in un convegno nazionale con Mediacoop, la legge per l’editoria recentemente approvata è un valore per tutto il Paese, perché riconosce la funzione pubblica dell’informazione. Non parliamo di una merce come tutte le altre, ma di qualcosa che è strettamente connaturato al concetto stesso di democrazia».

Infine alcune spiegazioni sul contratto di rete Treseiuno da molti citato: «Manuel Poletti è presidente a titolo completamente gratuito, è un esempio positivo di aggregazione per trovare nuove forme di competitività, unendo competenze e professionalità della carta, del digitale e del web. Non ha nulla a che vedere con la vicenda del Ministro Poletti».

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