«Piazza Kennedy riaprirà in febbraio senza bagni, saranno spostati in Darsena»

L’annuncio del sindaco: la struttura contestata andrà a sostituire i servizi igienici in piazzale Moro, punto di arrivo dei bus

Nel mese di febbraio verrà riaperta e sarà completamente fruibile piazza Kennedy a Ravenna dopo i lavori che l’hanno trasformata da parcheggio a zona pedonale: non ci saranno più i tanto contestati bagni pubblici che verranno rimossi e trasferiti in piazzale Moro, nei pressi della stazione degli autobus in darsena di città, al posto di quelli attuali, oggi fatiscenti e per i quali era già prevista la sostituzione. L’ha affermato il sindaco Michele de Pascale nel corso del suo intervento in occasione della commissione consiliare di oggi pomeriggio, 11 gennaio, che ha trattato la petizione popolare sottoscritta da oltre ottocento persone che chiedeva appunto la rimozione dei bagni pubblici e degli altri padiglioni prefabbricati installati il 27 ottobre. Per completare il cantiere mancano l’allestimento del verde e pochi altri interventi di pavimentazione.

La scelta di piazzale Moro è stata «valutata con la massima attenzione e si è rivelata la più razionale e che genera il massimo risparmio, poiché sostituisce una spesa che comunque sarebbe stata sostenuta».

Il progetto per piazza Kennedy prevedeva che, in continuità con il manufatto che ospita i bagni e la fermata dell’autobus, venissero installati alcuni chioschi per attività commerciali (piadineria, frutteria e fioreria oltre all’edicola che era già presente prima dei lavori): «Assicurato di non generare nuovi ritardi alla conclusione dei lavori, abbiamo deciso che a giorni il bando per l’assegnazione dei chioschi verrà definitivamente ritirato (era già stato sospeso, ndr) e l’edicola rimarrà dove attualmente è collocata», nei pressi dell’ingresso dell’orto botanico all’incrocio tra via Guerrini e via Rasponi. «Siamo al lavoro – dice De Pascale – per trovare una soluzione efficace per il vano tecnico, che sarà anch’esso rimosso in un tempo ragionevole e sostituito da un intervento non impattante ma di qualità e funzionale e che consenta di non disperdere il patrimonio di sotto-servizi di cui la piazza è dotata».

Il sindaco De Pascale nel suo intervento, entrando nel merito delle richieste della petizione, ha ripercorso i passaggi che hanno coinvolto la piazza dal momento in cui si è insediata la nuova amministrazione: «Quando i cittadini si attivano per la bellezza della propria città è sempre qualcosa di apprezzabile e, come ho già avuto modo di dire, tra chi raccoglie firme per abbellire la propria città e chi le raccoglie per cacciare i profughi, ho ben chiaro da che parte stare. Inizialmente l’amministrazione comunale, pur ravvisando alcuni elementi di criticità, aveva ritenuto di non intervenire su un progetto concepito, ideato, discusso e concertato dalla precedente amministrazione, ma di fronte alla mobilitazione dei cittadini abbiamo deciso di intervenire, con l’unica pre-condizione di non ritardare ulteriormente la conclusione dei lavori. Il progetto ha subito nel tempo troppi interventi di modifica. Questo deve essere un monito forte per la città intera: bellezza dei luoghi, architettura e riqualificazione non possono essere affidate agli umori del momento, il rischio è quello di intervenire di volta in volta sui singoli elementi, invece di concepire un disegno unitario e di visione; un progetto architettonico può piacere o non piacere, ma ha sempre un suo senso organico».

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