L’istituto di formazione spiega la scelta di un percorso sensoriale in cui gli studenti verranno bendati e mangeranno pane secco
La comunicazione dell’Engim, pur senza contenere espliciti riferimenti, arriva dopo le critiche partite dal deputato ravennate Giovanni Paglia (Sinistra italiana) che invitava l’ente a rinunciare all’iniziativa: «Abbiamo deciso di metterci in gioco, di creare qualcosa di nuovo che non escludesse le precedenti esperienze, di non dimenticarle. “La necessità è la madre delle invenzioni”, diceva qualcuno e la nostra necessità era lasciare un segno profondo che fosse motivo di riflessione. Ci siamo inventati questa esperienza sensoriale, che è solamente una tappa del nostro percorso. L’abbiamo inserita in un sistema multimediale, coinvolgente, che sfruttasse tutti gli strumenti che una scuola può avere a disposizione». Paglia, invitato dall’Engim, parteciperà all’iniziativa.
Nella nota inviata alla stampa l’Engim ricorda che la giornata della memoria è sempre stata accompagnata «in un percorso che dura tutto l’anno attraverso tutti gli strumenti educativi che peschiamo dalla nostra memoria e che abbiamo già citato: letture, film, poesie, incontri, lavori in aula e anche un laboratorio sensoriale». Un percorso che si concluderà proprio ad Auschwitz «dove 80 studenti provenienti da tutta Italia e dagli oltre 20 istituti Engim sparsi per la penisola, si incontreranno per condividere, per ascoltare, per toccare, guardare, per respirare e comprendere. Non è il primo anno che facciamo questa esperienza sensoriale e la prima volta i risultati hanno stupito anche noi. Forse l’obiettivo che ci eravamo prefissati era stato raggiunto, forse eravamo andati addirittura oltre, stimolando la loro curiosità e le loro capacità critiche e di approfondimento. Ora quest’esperienza fa parte della loro memoria e della nostra. Ora fa parte della nostra offerta formativa per far sì che ogni giorno sia buono per ricordare».