Smog: a Ravenna in 25 giorni nel 2017 già 15 sforamenti dei livelli di Pm10

I dati di Legambiente, che chiede alla Regione azioni concrete

Ravenna è tra i cinque capoluoghi dell’Emilia-Romagna ad aver già registrato almeno 15 giorni di sforamento del limite giornaliero previsto per il Pm10 nei primi 25 giorni di gennaio. A fare peggio di Ravenna (che ha registrato 15 giorni di sforamenti) solo Reggio Emilia, Modena e Piacenza (rispettivamente con 19, 18 e 17 giornate). Va ricordato che il bonus di sforamento previsti per le Pm10 per l’intero anno è di 35 giorni.

Lo rivela il tradizionale dossier di Legambiente, presentato durante un presidio a Bologna organizzato in occasione dell’incontro tra il ministro Galletti e gli assessori all’Ambiente di Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Lombardia.

«Il Piano Aria dell’Emilia Romagna approvato in Giunta nelle scorse settimane – dichiara Legambiente – contiene indirizzi e misure positive, alcune delle quali frutto delle nostre richieste fatte negli scorsi anni. Finalmente nel Piano è rivisto il meccanismo delle misure emergenziali, che scatteranno a seguito di 4 giorni di superamento consecutivi dei limiti di PM10, e non dopo 7 come era fino ad oggi. Misure emergenziali che contengono, oltre al blocco dei veicoli più inquinanti (diesel euro 3 ed euro 4 dal 2018), anche l’obbligo di riduzione delle temperature fino ad un minimo di 19 gradi in edifici pubblici, privati ed esercizi commerciali. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, recepita anche la nostra richiesta di obbligare alla chiusura delle porte esterne al fine di non sprecare energia per riscaldamento e raffrescamento».

«A seguito dell’approvazione del PAIR2020 – sottolinea l’associazione – sarà fondamentale che gli indirizzi contenuti non restino solo buoni propositi sulla carta. Per questo urge pensare ad un tavolo di coordinamento con i Sindaci che porti, oltre alla rapida applicazione delle norme a livello comunale, ad un meccanismo di monitoraggio sull’attuazione locale delle misure contenute nel piano». Importante inoltre che siano messe in campo azioni serie di vigilanza sul rispetto delle norme e comminate le relative sanzioni che potrebbero poi essere utilizzate per finanziare l’implementazione del trasporto pubblico o le infrastrutture dedicate alla mobilità leggera. Infine, è fondamentale che l’art. 11 delle norme tecniche di attuazione del Piano, dove si ricorda che le direttive del PAIR devono essere recepite dal PRIT (Piano integrato dei trasporti), non resti solo una buona intenzione. Ci faremo garanti di questa indicazione nel percorso pubblico di stesura del PRIT, ricordando la necessità di un impegno sul versante dei trasporti e sul bilancio regionale per riformare la mobilità, spostando i principali sforzi infrastrutturali che oggi sono destinati alle autostrade, verso il trasporto pubblico locale e la promozione della mobilità urbana sostenibile».

È possibile consultare il dossier Mal’Aria 2017 di Legambiente tra gli allegati qui sotto.

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