Infermieri: assunzioni bloccate all’Ausl, i nuovi laureati trovano lavoro nel privato

Nel 2014 il 67,7 percento di chi usciva dal corso di Faenza aveva un impiego entro un anno, nel 2009 la percentuale era 97,6

Il 96,2 percento dei laureati usciti dalla facoltà di Infermieristica dell’Università di Bologna (sede di Ravenna) nel 2008 aveva un posto di lavoro a un anno di distanza dall’alloro accademico. Percentuale salita nel 2009 al 97,6 per cento. Lo stipendio era in media 1.480 euro (con pochissima differenza tra uomini e donne) e nella quasi totalità dei casi (95,2 percento) l’impiego era pubblico. Questa tendenza ha fatto sì che negli anni Infermieristica sia diventata un corso di laurea molto richiesto: negli anni pre crisi il test di ingresso era una formalità, i posti disponibili erano di più dei richiedenti, mentre negli ultimi anni le domande sono aumentate.

Ogni anno da Infermieristica, che ha sede a Faenza, escono tra i 120 e i 160 laureati che però oggi fanno molta più fatica a trovare un’occupazione. Nel 2011 l’Ausl – ricorda Paolo Palmarini, segretario provinciale della Uil-Fpl – ha bloccato le assunzioni e non è un caso se da allora la percentuale occupazionale è scesa costantemente: nel 2012 trovava lavoro l’86,1 percento dei laureati, l’anno dopo si era a quota 65,7. Nel 2014 un piccolo aumento (67,7). La tendenza ha conosciuto un’inversione nell’ultimo anno, con un tasso di occupazione di nuovo importante (96,7 per cento) dovuto anche ad un minor numero dei laureati (76 contro i 119 dell’anno precedente). Sono i privati, ora, ad assorbire la maggior parte del mercato del lavoro: il 50 percento finisce in cliniche e case di cura, il 7,1 percento in organizzazioni no profit e il 42,9 percento nel pubblico. È aumentato il divario di retribuzione tra maschi e femmine: in media 1.688 euro per gli uomini, 1.445 per le donne.

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