Ogni 12 minuti una telefonata al 118 dalla provincia di Ravenna

Una richiesta su 4 è per traumi. In servizio ogni turno 14 ambulanze e tre auto medicalizzate su cui ruotano 106 infermieri e 30 medici

Dalla provincia di Ravenna nel 2016 in media ogni 12 minuti è partita una telefonata al 118. I dati raccolti dalla centrale operativa conteggiano un totale di 42mila richieste di soccorso durante l’anno: il 35 percento delle 119mila totali fatte dalla Romagna. Il servizio infatti ha un cervellone unico romagnolo (il quartier generale è in viale Randi a Ravenna, in una palazzina accanto al pronto soccorso) già dal febbraio del 2009, con ampio anticipo rispetto alla nascita dell’Ausl unica.

Il coordinamento del servizio è affidato a Giorgio Randi per la parte infermieristica e Claudio Begliardi per quella medica. «Il prossimo 2 aprile arriverò al trentesimo anno di 118 – dice Randi –, ne ho viste parecchie». Ad esempio ha visto cambiare le tecnologie a disposizione, con un miglioramento nella qualità: «Quando riceviamo una telefonata se viene da un fisso vediamo il nome dell’intestatario della linea e se è un cellulare vediamo sullo schermo la cella agganciata dal telefonino». Dettagli importanti per arrivare in fretta alla prima necessità: stabilire da dove arriva la chiamata, «perché se per qualche motivo cade la linea possiamo far partire i mezzi».

In totale in strada accendono i lampeggianti una cinquantina di ambulanze (14 su Ravenna, equipaggio composto da autista soccorritore e infermiere) e nove auto medicalizzate (tre nella provincia ravennate con autista e medico): a bordo ruotano 340 infermieri (106 a Ravenna) e 70 medici (30 a Ravenna che coprono il servizio in strada e al pronto soccorso). Anche sulla flotta in dotazione – in alcuni casi con troppi km sulle spalle e anche per questo l’Ausl sta preparando un bando romagnolo – è arrivata la tecnologia a garantire maggiore sicurezza per gli operatori: «I Gps ci segnalano sui monitor la posizione dei veicoli, ognuno dotato di uno schermo su cui possiamo inviare dalla centrale le informazioni per ogni intervento».

A gestire lo smistamento delle chiamate in entrata (una media giornaliera superiore a 300, picchi che in luglio vanno oltre 400) un team di 45 infermieri che coprono le postazioni della centrale operativa (sei nel periodo invernale, sette in estate) ma montano anche in ambulanza o in elicottero. L’analisi degli interventi dice che il 15-20 percento delle richieste sono chiamate improprie: «Persone che si rivolgono al 118 e invece per il tipo di necessità dovrebbero rivolgere altrove la loro richiesta. Capita perché non sempre le risposte alle domande fornite da altri servizi sono adeguate ma anche perché ancora dopo tanti anni manca una educazione all’utilizzo del 118 da parte del cittadino».

All’operatore della centrale operativa del 118 Romagna bastano meno di 90 secondi al telefono per completare l’intervista che raccoglie le informazioni necessarie per inviare l’ambulanza in caso di codice rosso (il 23 percento del totale). Nel 2016 sul totale di 119mila chiamate dalla Romagna (stabile rispetto all’anno precedente), il 15 percento arrivava dal comune di Ravenna (16 da Rimini, 10 da Forlì, 8 da Cesena). Luglio è il mese in cui si concentra la maggior parte degli interventi: la ripartizione tra i sette giorni della settimana è sostanzialmente equilibrata I luoghi di intervento sono in buona sostanza sempre due: nel 65 percento dei casi in abitazione mentre nel 14 percento in strada. Il 44 percento degli interventi è per patologie traumatiche o cardiologiche, quasi equamente divise. Con il 13 percento gli interventi per patologie respiratorie.

La misurazione della qualità del servizio passa attraverso un paio di parametri. Per primo la corrispondenza tra il codice di gravità stabilito dall’operatore in centrale (sulla base delle informazioni raccolte dall’intervista telefonica) e quello stabilito dagli operatori sul paziente. La percentuale di casi sottostimati è dello 0,018 percento. E poi ci sono i tempi di intervento richiesti: la media regionale per le emergenze (codici gialli e rossi) è di 16 minuti, in Romagna è 14.

Gestitre le emergenze è il pane quotidiano per il personale del 118 e lo è stato anche quando l’emergenza è capitata in casa: il 15 febbraio scorso un principio di incendio ha colpito un locale tecnico della centrale di Ravenna. Il servizio non si è mai interrotto: «Pare sia stato un banale cortocircuito, le fiamme sono rimaste nel locale tecnico ma nella sala operativa c’era fumo. Per fortuna gli operatori sono formati per ogni tipo di intervento e nelle prime battute hanno continuato a lavorare con i respiratori». Poi è stato necessario dirottare le telefonate su un’altra centrale per consentire il ripristino degli ambienti a Ravenna e per una decina di giorni gli operatori hanno gestito il servizio da Bologna. «Col senno di poi visto che nessuno si è fatto male – conclude Randi – possiamo dire che è stato un bel test per affrontare un’emergenza».

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