«Siamo in camera con le scimmie». Razzismo in ospedale, il caso scoppia su Facebook

La celebre blogger Selvaggia Lucarelli punta il dito contro l’autore di un post scritto dal Santa Maria delle Croci di Ravenna. L’uomo parla di uno scherzo da parte di ignoti che gli avrebbero sottratto il telefonino solo per alcune ore

Selvaggia

Selvaggia Lucarelli

La celebre conduttrice e blogger Selvaggia Lucarelli – da tempo impegnata in una personale crociata contro la deriva violenta e diffamatoria dei social network – denuncia un caso di razzismo online accaduto all’ospedale di Ravenna: l’opinionista rilancia sulla propria pagina Facebook, che conta oltre un milione di fan, un post pubblicato da una stanza del Santa Maria delle Croci in cui un utente che si definisce ex alpino annuncia la nascita del figlio pubblicando un selfie e rivolgendo insulti a una famiglia di colore, parenti della compagna di stanza della moglie, inquadrata alle sue spalle nello scatto.

«Ci hanno trasferito allo zoo e siamo in camera con le scimmie», ha scritto l’uomo a corredo dell’immagine postata sulla bacheca di “Pastoria Never Dies”, un gruppo chiuso che si autodefinisce di «vero black humor» e che già in passato era finito nel mirino di Lucarelli. Il post ha ottenuto oltre cinquemila like e generato commenti ancora più beceri (tra chi invita l’utente a usare la fiamma ossidrica, chi si lamenta per la puzza e chi consiglia di gettarli dalla finestra).

«Spero che si prenda una denuncia dall’ospedale di Ravenna e da quella famiglia, tutta – è l’auspicio di Selvaggia Lucarelli in un post da oltre 11mila like –. Per il resto, ripongo sempre meno fiducia nell’umanità. Mi spiace solo per il bimbo venuto al mondo. Non quello di colore, quello bianco. Spero possa diventare un uomo migliore del padre».

Una volta scoppiato il caso sui social, l’uomo ha chiuso il proprio profilo per alcune ore per poi ripristinarlo pubblicando un post con la sua versione dei fatti: si sarebbe trattato di uno «scherzo di pessimo gusto» fattogli da ignoti – sospetti su un non meglio precisato trio di adolescenti che sarebbero andati a fargli visita – che sarebbero entrati nella stanza del reparto in sua assenza e impossessandosi del telefonino lasciato incustodito avrebbero poi pubblicato su Facebook alcune foto che l’uomo aveva scattato per raccontare privatamente a un amico che in stanza c’era particolare confusione legata alle visite. Non è passato molto tempo prima che Lucarelli riprendesse la giustificazione dell’uomo con poca convinzione.

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