Le statistiche provinciali: tra le 10.30 e le 12.30 gli incidenti di maggior gravità.
Il numero degli incidenti Il mese scorso la prefettura ha lanciato l’allarme: gli incidenti totali sono in aumento. Le forze di polizia ne hanno rilevati circa 2.700 nel 2016. Dodici mesi prima il dato si era fermato a 2.400. Secondo l’osservatorio provinciale, però, calano gli incidenti con feriti. Sono stati 1.655 contro i 1.756 del 2015. Nel 2011 erano 1.926. Di conseguenza sono in flessione anche le persone portate al pronto soccorso con lesioni: 2.252 nell’ultimo anno, il sette percento in meno rispetto al 2015 (erano 2.410) con una flessione del 18 percento in cinque anni. Stando ai numeri, insomma, la sicurezza stradale è in miglioramento ma restano lontani gli obiettivi fissati a livello europeo secondo i quali i morti in strada del 2011 (quando a Ravenna furono 43) entro il 2020 andrebbero dimezzati. Nel 2016 il decremento è stato del 19 percento, un dato ancora molto lontano dall’obiettivo.
Giorni e ore degli incidenti Andando a dividere i sinistri per i giorni in cui si sono verificati, si nota un incremento dell’incidentalità il venerdì (259 scontri) e soprattutto il sabato (270) che – si legge nella relazione della provincia – «ritorna ad essere il giorno con la maggior concentrazione degli incidenti». È tuttavia la domenica il giorno più triste: dieci i morti sulle strade. In questo dato rientrano anche gli scontri avvenuti di notte, al ritorno dai locali. Accorpando i dati del weekend, si nota come negli ultimi due giorni della settimana nel 2016 siano morte 16 persone. Quasi la metà del totale. Non è però la notte il momento peggiore. Le ore di punta sono ancora quelle più pericolose per la banale considerazione che ci sono più auto in strada. Ecco quindi che «la punta di massima incidentalità si registrano attorno alle 18» quando «si cumulano gli effetti dell’aumento della circolazione» con la stanchezza, lo stress e la riduzione della luce. Le morti, invece, si concentrano tra le 10.30 e le 12.30 perché si combinano due fattori: chi va «a prendere gli alunni al rientro dalle scuole» e la «più alta concentrazione di persone occupate per spostamento di lavoro».
Il tipo di incidenti e i mezzi Gli incidenti peggiori sono quelli frontali o frontali-laterali. Con questa dinamica sono morte 17 persone e 946 sono rimaste ferite. Spesso sottovalutati, i tamponamenti occupano invece una parte rilevante del bilancio dei morti in strada (sei) e anche dei feriti (539). Sei morti anche in seguito all’uscita di strada (223 feriti). L’auto contro ostacolo fisso (ad esempio un albero o un muro) è costata la vita a tre persone. I morti dovuti ad un investimetno sono stati due. Uno solo dei 35 decessi del 2016 è dovuto ad uno scontro laterale. Per quanto riguarda i veicoli, la più pericolosa resta l’auto (18 vittime) seguita dalla bicicletta (nove). La passione per moto e scooter è costata la vita a cinque persone. Due i pedoni uccisi. Sulle strade della provincia è morto un camionista.
Età e sesso Nessun minorenne lo scorso anno è morto a causa di un incidente stradale ma 183 sono rimasti feriti. L’altro lato della piramide demografica si conferma invece il più fragile: 15 ultrasessantacinquenni hanno perso la vita in strada e 412 sono rimasti feriti. Altri tredici morti avevano tra i 40 e i 64 anni (831 i feriti). Sette, infine, i giovani tra i 18 e i 39 anni, con 825 persone che hanno riportato lesioni. Ventinove le vittime di sesso maschile, sei le donne.
Alessandro Montanari