David Lynch al liceo scientifico tra cinema e meditazione trascendentale

Il regista ha incontrato alcune classi nell’aula magna dell’Oriani e ha risposto a domande per due ore, concedendo autografi e anche qualche selfie

Rnff17 David Lynch E Lo Staff Ravenna Nightmare

David Lynch e lo staff del Ravenna Nightmare

La meditazione trascendentale? Trasforma la vita. Dallo svegliarsi come se fosse sempre un mercoledì mattina in cui non hai sentito la sveglia, il caffè fa schifo, resti imbottigliato nel traffico, arrivi tardi al lavoro e rischi il posto, a un eterno sabato mattina con il sole e gli uccellini che cinguettano sui rami mentre tu davanti alla colazione dei tuoi sogni non vedi l’ora di fare tutte le cose che la tua creatività ti suggerisce. È questa una delle immagini forse più efficaci e divertenti che il grandissimo regista David Lynch ha utilizzato nell’aula magna del liceo scientifico Oriani a Ravenna per parlare ai ragazzi di alcune classi dello stesso Scientifico, del Classico e dell’Artistico. Perché sì, alla fine, dopo dieci giorni di voci e “misteri” sul suo effettivo passaggio dalla città dei mosaici per prendere parte a un incontro con gli studenti che stanno seguendo un progetto didattico ad hoc, l’incontro è effettivamente avvenuto. In orario di scuola, dalle 11 alle 13, Lynch ha risposto alle domande dei ragazzi, gli unici che hanno avuto il privilegio di potergliene rivolgere.

David Lynch Saluta Gli Studenti

David Lynch saluta gli studenti a Ravenna

Si è dilungato, come sempre accade in questi incontri, appunto sulla pratica della meditazione trascendentale promossa anche dalla sua Fondazione e che egli stesso pratica quotidianamente da 44 anni, ma ha anche risposto a domande sul cinema. «Se oggi uscisse “8 e 1/2” di Fellini starebbe forse una settimana in qualche sala nelle città principali e poi finirebbe nella pay per view. Oggi il cinema d’autore si può trovare nella tv via cavo, dove i progressi tecnici stanno sempre più colmando le lacune che un tempo separavano quel mezzo dal grande schermo». E ancora ha raccontato come la soluzione di una scena della nuova stagione di Twin Peaks appena trasmessa gli sia venuta in un parcheggio, all’improvviso, e come in generale «nulla può dirsi finito finché non è finito» perché durante le riprese nuove idee, nuovi spunti e nuove suggestioni possono modificare anche profondamente la sceneggiatura iniziale. E «No» è la risposta secca che arriva a chi gli chiede se 25 anni fa avesse già in mente di fare un sequel di Twin Peaks. Dalle risposte alle domande più semplici «Perché in Inland Empire alcuni personaggi parlano polacco? Perché ci sono scene ambientate in Polonia…», a quelle sul rapporto tra musica e immagini: «Un film è fatto di tanti elementi che devono sposarsi tra loro. Solo a quel punto succede che l’insieme sia superiore alla somma di ogni singolo elemento», fino alla vita dopo la morte. Quello che Lynch propone come cura a un po’ tutti i mali del mondo è un sistema di pensiero che risponde a ogni quesito e che parte dal presupposto che attraverso la meditazione trascendentale si possa accedere al tesoro, all’elemento unificante dentro di noi che sempre è esistito e sempre esisterà per farne sgorgare pace, serenità, felicità. «Prima di iniziare a meditare avevo molta rabbia – racconta – e spesso me la prendevo con mia moglie. Dopo due settimane di meditazione lei venne da me e mi chiese: “Cosa è successo?”. Non osavo chiedere di cosa stesse parlando. E lei: «Dove è finita la tua rabbia?». «Non me ne ero nemmeno accorto – aggiunge – ma la rabbia era svanita. E la rabbia è un veleno che fa star male anche chi ci sta intorno». La meditazione è la chiave per sconfiggere stress, negatività, dolore e anche le malattie correlate a questi stati d’animo.  E attenzione, dice Lynch: «Non c’è bisogno di vivere la sofferenza per poterla raccontare». Troppo teorico? Lynch è convinto: la meditazione funziona, e non c’è nemmeno bisogno di crederci perché funzioni, lo testimoniano tante storie individuali supportate da ricerche scientifiche. Ed è chiaramente la diffusione di questo messaggio che lo spinge appunto nella aule magne di licei di provincia, volontariamente lontano dai riflettori della stampa ma disponibile a un selfie o un autografo durante la pausa sigaretta in cortile. Un messaggio che include temi esistenziali e immagina un sistema a tutto tondo di cui il regista si fa testimonial.

E dopo due ore, quando sta per suonare la campanella, si conclude l’incontro che era stato introdotto (in inglese) dal dirigente Gianluca Dradi a fare gli onori di casa, da una Maria Martinelli del Ravenna Nightmare Film Festival (con cui la scuola ha collaborato per questo progetto e che ha reso possibile la presenza di Lynch in città) particolarmente emozionata e dalla docente, Emanuela Serri, che segue il progetto dal suggestivo titolo “L’arte del silenzio” proprio incentrato sul rapporto tra spiritualità e creatività.

Il progetto, nato lo scorso anno appunto con il festival del cinema horror di Ravenna, ha in particolare coinvolto una classe che ha sperimentato la pratica della meditazione per alcun ore grazie alla presenza di una istruttrice della Lynch Foundation, che ha offerto gratuitamente. «Come preside di un liceo scientifico – ci ha spiegato il dirigente Dradi – ho guardato un po’ di letteratura scientifica sui benefici della meditazione trovando molti testi scientifici a supporto: aiuta a ridurre lo stress e l’ansia, abbassando i livelli di cortisolo e tensione. Naturalmente è troppo presto per poterne cogliere gli effetti, ma so che i ragazzi hanno mostrato molto interesse».

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