Affondo di Ancisi: «I 58 autovelox sono come una tassa di circolazione nascosta»

Il leader di LpR: «Troppi rilevatori di velocità, inutili se non richiesti dai comitati cittadini e dalla pro loco»

I velox che il Comune di Ravenna vuole piazzare nel territorio cittadino sono troppi. A dirlo è Alvaro Ancisi (LpR) capogruppo in consiglio comunale di Lista Per Ravenna. «La più importante novità del prossimo bilancio comunale è l’aumento da quasi 6 milioni a 10 degli incassi per le multe, perseguito con la disseminazione sul territorio ravennate di nuovi 58 autovelox. Pure la Provincia di Ravenna, presieduta anch’essa da De Pascale, viaggia, con le nuove proprie installazioni, ben oltre i 6 milioni del suo più recente bilancio consuntivo. E va anche detto che i “nostri” 10 milioni sono al netto del 50% delle multe verbalizzate coi numerosi autovelox che il Comune installerà non già solo nei centri abitati ma sulle strade extraurbane, l’altra metà dovendo essere versata agli enti proprietari delle stesse, quasi sempre la Provincia, così contribuendo anche alle rispettive casse».

Secondo Ancisi, «in una ragionevole misura, laddove invocati dai consigli territoriali, comitati cittadini e pro-loco per fronteggiare situazioni particolarmente pericolose, gli autovelox sono giustificati. Ma il loro indiscriminato spargimento si configura invece come una surrettizia tassa di circolazione, utile a soddisfare la fame di soldi di un’amministrazione ingorda, incurante di sforare con ciò gli impensabili 200 milioni annuali della propria spesa di consumo». La sicurezza delle strade, ricorda LpRa, è figlia anche di «altre modalità dissuasive legittimate dal codice, da noi sconosciute o quasi: i sistemi di rallentamento ad effetto ottico o acustico o vibratorio; nelle strade residenziali, i dossi artificiali; i semafori pedonali che scattano rossi quando un veicolo supera il limite di velocità; una più congrua diffusione di attraversamenti pedonali, anche rialzati e/o colorati e/o illuminati; l’introduzione degli attraversamenti ciclabili».

Ancisi analizza anche il modo in cui verranno utilizzati i fondi delle mute. La legge impone infatti di impiegare  la metà del ricavato dalle multe sul codice della strada per il potenziamento della sicurezza stradale. «Il Comune di Ravenna rispetta questa norma solo di facciata. Se si va a vedere nel bilancio, si legge che, oltre a comprendere le spese di gestione e di riscossione delle multe, tale somma è impiegata per il 52,5% nella mera manutenzione delle strade e della segnaletica stradale, per l’11,6% nella pubblica illuminazione, per il 7,3% sul fondo di previdenza dei dipendenti della polizia municipale e per 18,6% nell’acquisto di attrezzature e automezzi della polizia stessa: spese ordinarie dei Comuni effettuate sempre, da prima ancora che ci fossero gli autovelox, con le entrate ordinarie. L’elenco delle opere veramente volte a migliorare la sicurezza stradale, da farsi col 50% delle multe incassate, potrebbe comprendere invece, guarda caso, quelle che sopra ho solo parzialmente indicato».

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