Dopo il restauro da mezzo milione, la Sala Dantesca è chiusa da mesi per un guasto

Inaugurata in pompa magna nel marzo del 2017 a novembre è emerso il problema al riscaldamento che sarà riparato da chi ha eseguito i lavori, a costo zero per il Comune. Riapertura in aprile

BiblioEra stata aperta in pompa magna, dopo un lavoro di restauro durato anni, l’11 marzo del 2017 e per qualche mese ha ospitato tanti eventi e incontri, sullo sfondo del magnifico affresco di Luca Longhi, poi, a novembre, le sue porte si sono richiuse e tali sono rimaste.

La sala Dantesca o ex refettorio della biblioteca Classense di Ravenna è infatti al momento inagibile per un guasto all’impianto di riscaldamento che si è manifestato, in pratica, alla prima ondata di maltempo, a novembre scorso. Un’infiltrazione a un tubo esterno non ha reso possibile riscaldarla nei mesi invernali, e così tutte le numerosissime iniziative che ormai si svolgono in biblioteca sono state riportate alla sala Muratori.

È l’assessore comunale ai Lavori pubblici Roberto Fagnani a spiegarci i fatti: «La sala riaprirà in ogni caso dal 15 aprile, quando non sarà più necessario il riscaldamento. Ma dopo Pasqua l’azienda che aveva effettuato i lavori provvederà alla riparazione del guasto, naturalmente a spese sue essendo l’impianto in garanzia. Si tratta di un intervento che non dovrebbe richiedere più di quindici o venti giorni». La ragione per cui da novembre si è arrivati ad aprile per riparare il guasto è da attribuirsi alla contestazione che il Comune ha fatto all’azienda che aveva eseguito i lavori, la Coarco.

Cosa più importante, la riparazione dovrà avvenire all’esterno e dunque non andrà a mettere a rischio, ci assicura sempre l’assessore, i lavori di restauro precedenti e che hanno bisogno di una condizione ottimale. «Per assicurare il microclima idoneo alla conservazione delle pitture murali e degli apparati lignei, la Sala Dantesca è stata dotata di un impianto di climatizzazione e ricambio d’aria utilizzando per le canalizzazioni i cunicoli interrati già presenti al di sotto della sala», si leggeva per esempio nel comunicato stampa che un anno fa annunciava appunto la fine dei lavori.

Allora fu spiegato che l’intervento della Sala Dantesca era stato realizzato grazie a un investimento di 450mila euro, risorse messe a disposizione in primis dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, con il contributo della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna attraverso i fondi di Ravenna Capitale Italiana della Cultura 2015.

Nel dettaglio: un gioiello di affreschi e stalli lignei. «La Sala Dantesca, vero gioiello del complesso della Biblioteca Classense – citiamo dai materiali inviati dal Comune di Ravenna in occasione della riapertura – e antico refettorio del monastero camaldolese, è stata realizzata nel tardo Cinquecento, grazie alla volontà dell’abate Pietro Bagnoli, che fu anche il committente del dipinto sulla parete di fondo della sala, raffigurante l’episodio evangelico de Le nozze di Cana. Il dipinto fu eseguito nel 1580 dal pittore ravennate Luca Longhi e fu considerato dai contemporanei opera fondamentale per la caratterizzazione dei personaggi, la varietà degli atteggiamenti, l’organizzazione della scena. Anche gli affreschi sul soffitto si devono a Longhi e alla sua bottega. Alle pareti sono i pregevoli stalli lignei con decori a figure antropomorfe, tardo-cinquecenteschi, attribuibili in larga parte a Marco Peruzzi, che fu anche l’autore degli intagli della porta d’ingresso, ornata con scene dalla vita del profeta Daniele; nella fascia superiore della porta compaiono il simbolo camaldolese e il monogramma dell’abbazia classense.
La sala ha subito, nel corso dei secoli, diversi restauri, rimodernamenti e cambiamenti di destinazioni d’uso: al 1921, quando fu adibita a spazio per le letture dantesche, risale l’attuale intitolazione».

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