Ecco la mappa della street art a Ravenna: «I murales sono un’alternativa ai mosaici»

Parla Miccoli di Indastria che porterà il festival Subsidenze ancora sull’acqua della Darsena

 

Mappa Street Art Maggio 2018Fummo probabilmente i primi a raccontare, quattro anni fa, la nascita dell’associazione culturale Indastria e quello che pochi mesi dopo sarebbe stato il primo festival di street art della città di Ravenna, Subsidenze. A quei tempi il fondatore (insieme ad Antonella Perazza e Mirko Dadich) Marco Miccoli forse non immaginava di ritrovarsi solo quattro anni dopo sorta di punto di riferimento dell’intera provincia per la street art.

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Una delle opere realizzate a Ravenna nel corso di Subsidenze

Oggi Subsidenze è un evento consolidato, in grado di cambiare almeno un poco il volto di Ravenna grazie a una ventina di muri “battezzati” da artisti di fama internazionale; tramite Indastria o singolarmente Miccoli collabora con altri Comuni della provincia e nelle scorse settimane è stato direttore artistico anche di eventi a Comacchio e a Forlì, al primo festival di street art “Murali”. «Mi hanno coinvolto proprio grazie al buon lavoro realizzato a Ravenna – commenta Miccoli –: la loro era una vera e propria scommessa, quella di portare (a differenza di Ravenna dove il festival si concentra in particolare nel quartiere della darsena, ndr) la street art soprattutto in centro, dove alcuni luoghi avevano bisogno di essere riqualificati. Una scommessa vinta: il festival è venuto benissimo, praticamente senza nessuna lamentela dei residenti (a Ravenna per esempio nel 2015 la realizzazione di un murales venne invece addirittura annullata per le proteste di un residente, ndr) e anzi una buona interazione con i cittadini». A Forlì il festival è stato sostenuto in maniera convinta dal Comune, che di fatto ha messo a disposizione degli organizzatori (di “Officina 52”) un budget di quasi 40mila euro, di cui metà proveniente da sponsor «che il dirigente comunale è andato praticamente a cercare porta per porta», sottolinea Miccoli che spera in un analogo impegno anche dell’Amministrazione ravennate che l’anno scorso ha compartecipato alle spese del festival invece con 10mila euro. «Quest’anno avremo bisogno probabilmente di un contributo maggiore, se si vuole continuare un progetto ambizioso», continua Miccoli, sottolineando come un muro (tra vernici, attrezzature, gettoni, vitto e alloggio per gli artisti) possa arrivare anche a costare anche 5mila euro.

Marco Miccoli

Marco Miccoli

La nuova edizione di Subsidenze si terrà a Ravenna sempre in settembre e sempre nella zona della darsena. «Dobbiamo ancora costruire il progetto vero e proprio ma stiamo pensando ai capannoni lungo il canale. Anche la parte sull’acqua della banchina sarebbe molto scenografica colorata, ancor più adesso che è partito anche il servizio di motonave che collega Ravenna con il mare…».

L’ambizione è quella di far diventare la Darsena una sorta di percorso alternativo ai mosaici anche per i turisti. «Nei giorni scorsi – continua Miccoli – mi ha telefonato una ragazza delle Marche interessata a fare una visita tra i murales di Ravenna e della Romagna: ecco, ai turisti che vengono a Ravenna invece solitamente si consegna una cartina turistica dove la Darsena non c’è neppure. Ecco perché insieme a Magazzeno Art Gallery stiamo realizzando la cartina della Darsena con murales e attività commerciali della zona. E insieme ad alcune guide di Ravenna stiamo mettendo a punto una serie di visite guidate».

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Una biciclettata lungo i murales di Ravenna

A Miccoli chiediamo anche un commento sul cambiamento di questi anni della street art, da arte in gran parte illegale a intervento istituzionalizzato da Comuni o promotori di festival in tutta Europa. «Ci sono ovviamente artisti che ancora non partecipano a festival (come Blu o Ericailcane, l’artista che ha marchiato a fuoco l’ex mangimificio Martini, sempre in Darsena, nell’ambito della candidatura di Ravenna a Capitale europea della cultura 2019, ndr) rinunciando a gettoni molto importanti, ma in generale sono artisti abituati, soprattutto nel resto d’Europa, a entrare anche nei musei. Con i festival e le autorizzazioni si sta cercando di dare ancor più valore alle loro opere e non è un problema per loro se, come succede a Forlì, nel muro c’è anche una targhetta dell’azienda che lo sponsorizza. Anzi (sorride, ndr): aziende ravennati, fatevi pure avanti…». (lu.ma.)

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