Lo scrittore che vuole salvare la piccola stazione di Fornello sulla Faenza-Firenze

Paolo Casadio ha ambientato il suo romanzo lungo i binari dell’Appennino. Un luogo oggi abbandonato ma ricco di fascino: «L’ho scoperta passeggiando»

Paolo Casadio

Paolo Casadio

L’ispirazione non gli è venuta mentre era seduto in treno ma durante una passeggiata tra le colline fiorentine. È così che lo scrittore faentino Paolo Casadio ha scoperto l’ex stazione di Fornello in Toscana ma sulla linea che collega Firenze e Faenza e che negli anni Cinquanta arrivava sino a Ravenna in quello che era chiamato “il treno di Dante”. Casadio si è innamorato tanto di questa stazione da aver ambientato lì il suo ultimo libro, “Il Bambino del treno”. Inoltre si è attivato per salvarla, rendendola un “luogo del cuore” Fai (Fondo Ambiente Italiano) per salvarla dal decadimento.

Casadio, l’idea di ambientare un libro in una stazione è particolare, come le è venuta?
«Passeggiando mi sono imbattuto nella stazione di Fornello, un luogo in cui si arrivava solo in treno o a piedi. Uso il passato perché i treni ormai lì non fermano più e quindi l’unico modo di arrivarci è camminando, partendo dalla frazione di Gattaia. Fornello è un luogo particolare, la stazione è stupenda ed è su una linea cara a noi romagnoli: quella che collega Faenza a Firenze. Tornato a casa mi sono incuriosito e ho trovato la storia che ha dato ispirazione al mio romanzo».
Che parla del figlio di un ferroviere che arriva a Fornello ed è ambientato negli anni delle leggi razziali…
«Esatto. Il personaggio è tratto da una persona che davvero ha abitato a Fornello perché figlio del capostazione: Marcello Peranizzi, nato nel 1949. Io ho retrodatato la sua vita e ho creato la storia, documentandomi. Ho letto giorno per giorno otto anni dei quotidiani di allora, cercando di ricostruire lo spirito di quel piccolo borgo».
Il vero Marcello l’ha conosciuto?
«Sì, abita a Borgo San Lorenzo. Gli ho dato il mio romanzo ed una delle più grandi soddisfazioni è sentirmi dire che ero riuscito a rendere bene la vita di Fornello, anche retrodatandola di qualche anno»
Come appare la stazione di Fornello oggi?
«Stupenda ma purtroppo la copertura ha ceduto. In quegli edifici quando cede il tetto va poi in malora tutto il resto, per questo mi sono impegnato a fare promozione per la campagna Fai dei “luoghi del cuore” sulla stazione Fornello. Nel caso avesse successo, il Fai potrebbe finanziarne il recupero. Il borgo è abbandonato, nel Dopoguerra gli abitanti si spostarono in pianura. Con i residenti, se ne è andata anche la fermata del treno».
In genere nei suoi libri i treni sono molto presenti, è appassionato?
«Mi piacciono molto. Nel mio primo libro, che era ambientato a Marina di Ravenna, il protagonista arrivava a Ravenna in treno. E anche nel prossimo ci sarà un lungo viaggio».

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