Calcio giovanile, dopo la rissa l’Azzurra punisce i suoi calciatori. E si difende

I sette squalificati dopo i “calci e pugni” di Ronco non giocheranno più in questa stagione. «Ma servono arbitraggi più autorevoli in partite con ragazzi di un’età così critica»

Azzurra

La sede dell’Azzurra in via Zalamella

Con una nota inviata alla stampa l’Azzurra interviene sui fatti di Ronco, dove è stata sospesa per rissa una partita di calcio giovanile con protagonisti in negativo proprio ragazzi della storica società ravennate di via Zalamella. Almeno secondo quanto deciso dal giudice sportivo (e quindi secondo il referto dell’arbitro) che ha squalificato solo tesserati dell’Azzurra, sette giocatori (per calci, pugni e atteggiamenti comunque aggressivi) e un dirigente (e non l’allenatore, come invece erroneamente riportato nel comunicato della Federazione, secondo la smentita della società, che invece sottolinea come il mister abbia cercato di placare gli animi).

Nella nota, l’Azzurra sottolinea innanzitutto come la società abbia subito chiesto scusa e come non intenda «sottovalutare e minimizzare il brutto episodio (un segnale è dato anche dal fatto che non ha fatto ricorso, ndr)» e abbia intenzione di «mettere in campo ogni opportuno accorgimento per evitare il ripetersi di atti sconvenienti», annunciando provvedimenti disciplinari interni. A una nostra richiesta di chiarimenti, la società di via Zalamella ci scrive che «i calciatori squalificati non parteciperanno a gare dell’Azzurra fino al termine della stagione, ben oltre il termine della squalifica del giudice sportivo».

«Detto questo però corre l’obbligo – si legge nella nota – di puntualizzare alcuni aspetti e chiarire alcune situazioni per evitare un linciaggio mediatico  nei confronti di una società che per oltre 30 anni ha curato e con grandi risultati la crescita socio-sportiva di migliaia di ragazzi»

«Non esiste  rissa in cui si rendono protagonisti solo i componenti di un solo schieramento , altrimenti si dovrebbe parlare di aggressione, cosa non accaduta», scrive l’Azzurra sottolineando così indirettamente come nessun provvedimento sia stato preso nei confronti di ragazzi o dirigenti degli avversari e lanciando poi un appello a Figc e settore arbitrale: «In gare di ragazzi maggiorenni (la categoria Juniores prevede giocatori classe 2000 e 2001, ndr) occorrono direzioni più autorevoli e idonee al corretto svolgimento delle partite, posto che l’età dei contendenti è quella che viene definita “critica” (nel caso specifico, così come ormai prassi, l’arbitro era coetaneo se non più piccolo di alcuni giocatori, ndr)».

«L’eco mediatico di questo brutto episodio – termina la nota – non deve per nessuna ragione far passare in secondo piano i meriti e i sacrifici che per decenni hanno visto impegnati dirigenti e volontari che hanno contribuito a far nascere e crescere una società sportiva come l’Azzurra che nel corso degli anni  si è resa protagonista di episodi sportivi e sociali di grande interesse , spesso ignorati , non divulgati. Su questi presupposti la società Azzurra proseguirà la propria attività  con serietà e passione come sempre».

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