Debutta a Ravenna “attacca-menti”, il nuovo progetto di prevenzione che connette dipendenze telematiche a dipendenze da sostanze, grazie alla collaborazione tra la Comunità San Patrignano e l’associazione Di.Te.
Lunedì 8 aprile al Centro Congressi oltre trecento studenti parteciperanno al format per riflettere sulle difficoltà di essere giovani e sui meccanismi che sollecitano le diverse forme di dipendenza.
«Dipendenza tecnologica e dipendenza da sostanze sono intimamente collegate e hanno una radice comune – si legge in una nota di San Patrignano –. Sono entrambe schermi che permettono di filtrare le preoccupazioni; scorciatoie che “aiutano” a superare problemi e disagi che la vita ti chiede di affrontare. Così come sono simili le cause che portano a cadere in queste dipendenze sono simili le conseguenze: volontà di alienazione dal mondo reale, annullamento delle relazioni e delle emozioni che vengono costantemente filtrate dalla droga o dalla tecnologia».
L’obiettivo comune è quello di promuovere una maggiore consapevolezza e conoscenza dei disagi giovanili al fine di poterli contrastare e di fornire strumenti utili e funzionali alla costruzione della personalità, che aiutino i ragazzi ad affrontare in maniera positiva i momenti di difficoltà.
A condurre il format la giornalista Antonella De Minico, esperta in comunicazione che affiancherà i diversi relatori mettendo in relazione due storie di dipendenza, una legata all’utilizzo di sostanze e l’altra legata alle nuove tecnologie. Sul palco infatti Federico, un ragazzo della Comunità San Patrignano giunto verso la fine del suo percorso di recupero e Chiara, una ragazza che dopo aver sostituito per anni la sua vita reale con una vita virtuale, ha avuto bisogno dell’aiuto di Di.Te. per riprendersi in mano la propria vita e la propria identità.
Il Presidente dell’associazione Di.Te. lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia evidenzierà la relazione tra le dipendenze, lo psicologo Lorenzo Brocchini si occuperà dell’interazione con i ragazzi partecipanti e l’ingegnere Emanuele Frontoni della parte di connessione consapevole.
La formula degli incontri è quella del peer to peer, la comunicazione tra pari, «la formula migliore per arrivare a toccare il cuore degli studenti e portarli a riflettere su se stessi e sulle proprie scelte di vita». Con questo approccio, dal 2002, i ragazzi della comunità portano in tutta Italia le loro testimonianze dirette raggiungendo ogni anno circa 50.000 studenti.