Quando il matrimonio è green, tra cocktail senza cannucce e acqua dal rubinetto

La blogger Lisa Casali ha scelto il bagno Oasi a Marina di Ravenna per le sue nozze che puntano a massima sostenibilità e spreco zero: «Il mio vestito sarà fatto con teli di lino che venivano utilizzati nella lavorazione del Grana Padano»

Foto 22 11 18, 22 44 32Niente cannucce nei cocktail, l’acqua solo dal rubinetto in caraffe di vetro, piatti di ceramica e bicchieri in vetro da cambiare solo se strettamente necessario, nulla usa e getta: tutto spiegato all’arrivo con la consegna di una tasca di stoffa con le posate e una brochure con le regole di ingaggio. Benvenuti al matrimonio che punta al minor impatto ambientale possibile. L’evento privato si terrà in maggio al bagno Oasi di Marina di Ravenna. L’organizzazione è della sposa in prima persona, la forlivese Lisa Casali (nella foto), volto noto della tv e del web grazie a libri e blog che mirano a divulgare comportamenti ecosostenibili: «Avremo duecento invitati e avremo bisogno della loro collaborazione, ne siamo consapevoli – ci racconta la 42enne –. Sono anni che parlo di questi temi e mi auguro che molti vengano già predisposti».

Foto 17 04 19, 13 28 17Servirà collaborazione perché ognuno dovrà fare la propria parte. E non solo tra gli invitati. Un esempio: «La torta sarà realizzata da Gianluca Fusto, un pasticcere straordinario che abitualmente prepara monoporzioni in contenitori di plastica trasparente. Noi gli abbiamo chiesto di studiare una soluzione diversa…». La plastica è bandita in tutto l’evento, anche quella del cosiddetto impatto invisibile: «Le materie prime per la ristorazione hanno tanti imballaggi che difficilmente si possono riciclare. L’invitato non se ne accorge nemmeno ma per noi è importante, quindi per il menù abbiamo comprato un maiale di razza mora romagnola da un allevatore della zona, verrà macellato qualche giorno prima e non ci saranno imballaggi». L’acqua solo in vetro dal rubinetto e il vino solo in bottiglie formato magnum: «A parità di quantità occupano meno spazio quindi servono meno viaggi di trasporto».

Foto 05 04 19, 18 03 28Un evento con questo approccio non poteva trascurare l’elemento cruciale: l’abito della sposa. «Volevo qualcosa di riciclato e ci sono riuscita. L’abito è stato realizzato da me con l’aiuto di una stilista di Reggio Emilia tagliando e cucendo teli di lino che la Grana Padano utilizza nella sua lavorazione nella raccolta della cagliata. Vengono usati una decina di volte e poi buttati ma è stoffa italiana pregiata. Li ho chiesti, me li hanno regalati, sono stati lavati e sono diventati il mio vestito». E a proposito di vestiti, anche il dress code per gli invitati è tutto particolare: «Nell’invito abbiamo espressamente chiesto di non acquistare nuovi indumenti ma di riciclare quello che hanno in casa e di farlo sapere con orgoglio».

La scelta del luogo non è stata casuale: «Volevamo un posto dove sfruttare al massimo la luce naturale e quindi ci sposiamo a mezzogiorno in spiaggia». E non è stata casuale nemmeno la scelta dell’Oasi: «I gestori hanno già un approccio attento al riciclo, a partire anche da parte dell’allestimento dello stabilimento che è fatto con materiale di recupero ma molto gradevole».

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