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Scuola senza zaino, la referente: «Compiti estivi? Leggere, ma solo dopo Ferragosto»

Rita Gentili insegna a Classe, una delle due primarie in provincia che applicano un metodo scolastico diverso con organizzazione del lavoro in aula più orientato alla manualità in gruppo e meno alle lezioni frontali. Durante l’anno il pomeriggio un’ora di lavoro: «Esercizi semplici per sviluppare il lavoro in autonomia dopo quello in squadra»

La scuola elementare di Classe è senza zaino ma non senza compiti. La primaria dell’istituto comprensivo Randi da alcuni anni ha abbracciato la filosofia lanciata da Marco Orsi a Lucca nel 2002 per un modello scolastico diverso da quello tradizionale: «Nella nostra quotidianità in aula – spiega Rita Gentili, insegnante e referente del progetto – i bambini lavorano molto insieme, a coppie o in gruppo, sfruttiamo il tutoring reciproco, e quindi c’è la necessità che a casa facciano un lavoro individuale. Semplici esercizi che permettono anche al genitore di rendersi conto di cosa stiamo facendo».

Oggi l’organizzazione delle classi è mista con uno o due rientri pomeridiani in caso si vada o meno a scuola il sabato mattina: «Nei pomeriggio in cui sono a casa i bambini hanno sempre qualcosa da fare, non più di un’oretta di lavoro, tutte cose già viste in aula e fattibili dal bambino in autonomia perché nascono proprio con questo intento». L’organizzazione scolastica è fatta in modo che gli insegnanti si accordino perché non ci siano più di due materie al giorno per i compiti, «è il lavoro di comunità che è alla base di questo progetto e così, come vuole la nostra filosofia».

Resta sempre valido il principio di fondo che dà nome a tutto il progetto: senza zaino. Il grosso del lavoro si deve fare a scuola dove quindi stanno i libri senza bisogno di viaggiare con cartelle con kg e kg di pagine. «Anche per i compiti basta portarsi a casa due quaderni e un libricino».

Le vacanze estive sono appena iniziate, per Gentili significa riposo: «Da quando sono insegnante cerco di non dare compiti in estate. Secondo me ha senso solo dopo Ferragosto riprendere a leggere, scrivere e fare di conto. Ma certe volte è difficile trovare l’appoggio dei genitori in questo, molti li vorrebbero già sui libri subito».

Con che occhi si guarda a un movimento come “Basta compiti”? «È una questione di modelli scolastici. Nel nostro modello di scuola i bambini costruiscono il loro sapere in classe e diamo i compiti perché il pomeriggio è un momento di riflessione individuale insieme ai genitori. Ma se mi dicessero di togliere i compiti non mi preoccuperei più di tanto. In un modello di scuola più tradizionale mi pare inevitabile dare compiti perché dopo ore di lezione frontale, seguita dai bambini in condizione di passività, a casa serve qualcosa di attivo da fare altrimenti non ti resta nulla. Vale il detto cinese che per noi è una specie di filosofia: “Se ascolto dimentico, se guardo ricordo, se faccio imparo”».

La preoccupazione di molti genitori è che pochi compiti a casa alle elementari non preparino abbastanza i bambini per i carichi di lavoro delle medie. Gentili ha testimonianze confortanti: «I prof che hanno in classe alunni usciti dalla nostra scuola dicono che emerge la loro capacità di organizzarsi, non stanno con le mani in mano, sanno capire la consegna. Hanno sviluppato una capacità di affrontare il problema per trovare la soluzione».

In provincia di Ravenna al momento solo due scuole rientrano nella sperimentazione senza zaino: San Bernardino di Lugo oltre a Classe, entrambe scuole primarie. Ci saranno altre scuole o ci sarà mai una sperimentazione alle medie? «In Italia esistono anche scuole medie che lo applicano. A Ravenna alcuni docenti delle medie della Randi, che fa parte del nostro istituto comprensivo, avevano seguito un corso di formazione proprio con Orsi ma poi non si è fatto nulla. Credo che ci sarebbero le potenzialità per riprovarci».