Cristina Muti: «È ora di uscire di scena. Ma resterò una “promoter” del Festival»

La presidente lascia dopo trent’anni. «Ma non sostituitemi, si creerebbe disordine». Poi l’appello per Dante: «Portiamo le sue ossa a Firenze in processione. Poi naturalmente le riportiamo indietro…»

Cristina Muti Pala CongressiÈ stata una presentazione senza dubbio dubbio diversa da tutte quelle che l’hanno preceduta, quella della 31esima edizione del Ravenna Festival andata in scena questa mattina, 14 dicembre, al Pala Congressi.

Innanzitutto perché si è svolta il giorno dopo i funerali di Mario Salvagiani, che il Festival ha contribuito a ideare, ormai più di trent’anni fa. Salvagiani che verrà ricordato – ha annunciato il sindaco Michele de Pascale – con una targa che verrà affissa in teatro nell’ambito di una cerimonia pubblica.

E poi perché era atteso l’intervento della presidente Cristina Mazzavillani Muti, a pochi giorni dall’annuncio delle dimissioni sui quotidiani locali (che la Muti per questo ha criticato durante il suo intervento).

Cristina MutiDimissioni confermate di fronte alla platea, oggi, ma giustificate solo dall’anzianità di servizio. La signora Muti, infatti, si è detta stanca: «È ora di uscire di scena». Ma resterà vicina al suo Festival – in particolare resterà nell’associazione degli Amici del Festival – di cui sarà una «promoter», una «sostenitrice», ha detto.

«Ma non provate a sostituirmi – ha poi dichiarato –, io sono insostituibile, come una mamma. Un’altra persona, almeno in questa prima fase, potrebbe portare solo disordine». Dando così le chiavi del “suo” Festival in mano definitivamente («che tanto io al programma ultimamente ci buttavo solo un occhio») ad Angelo Nicastro e Franco Masotti, già direttori artistici con Cristina Mazzavillani in questi anni, e al Soprintendente Antonio De Rosa «che ora è diventato bravo anche in ambito artistico, non solo amministrativo».

«Non siate tristi, non dovete pensare che finisca qualcosa», ha detto ancora davanti al pubblico accorso all’Alighieri per la presentazione del Festival, annunciando anche che non dirigerà più la Trilogia d’Autunno, a cui però resterà legata (e per cui ha individuato il tema anche in vista del 2020). E di fatto poi accettando l’invito del sindaco Michele de Pascale a restare come presidente onoraria.

Infine, un appello alle istituzioni. «Ripensateci, portate le ossa di Dante in pellegrinaggio a Firenze, come avrebbe voluto lui. Sarebbe bellissimo che il popolo di Ravenna se lo caricasse sulle spalle in un tragitto che me lo immagino con diverse soste, meditazioni, silenzi, recitazioni, musica. E poi tornasse naturalmente indietro per riportare le ossa a Ravenna, che tanto neanche Firenze in realtà ce le ha ancora chieste…».

Il suo intervento è terminato con un lungo applauso e il ringraziamento, commosso, ai presenti del Pala Congressi.

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