A Lugo ospedale Covid, a Faenza anticipate le lauree degli infermieri: 14 candidati

Ausl e Regione stanno delineando il piano per fronteggiare la diffusione dei contagi con strutture allestite e altre pronte per dare supporto

89229588 10159761704218747 3400939749911822336 NL’ospedale di Lugo è stato individuato nel piano della Regione Emilia-Romagna come ospedale Covid che, insieme a quello di Riccione, per l’Ausl Romagna affiancherà gli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena in caso di necessità nella gestione dell’emergenza coronavirus. Lo si apprende da un comunicato divulgato da Bologna nella serata di oggi, 12 marzo.

Intanto il commissario regionale Sergio Venturi, ex assessore alla Salute richiamato per seguire la delicata situazione quando il suo successore Raffaele Donini è risultato positivo al tampone, ha annunciato che il 23 e 24 marzo ci saranno le sessioni di laurea anticipate dei corsi di Scienze infermieristiche. Tra i candidati anche 14 studenti della sede dell’Università di Bologna a Faenza. L’anticipo è stato richiesto per immettere nuovo personale nel sistema sanitario. Al momento sono previste 133 tesi nei vari atenei regionali (comprese quelle faentine).

Da Via Aldo Moro arriva il quadro regionale per fronteggiare la diffusione del contagio. Quasi 1.290 posti letto sono già allestiti in Emilia-Romagna: di questi, 211 sono per la terapia intensiva e 1.079 per gli acuti (all’interno di reparti di malattie infettive, pneumologie e medicine). Ad oggi, il piano – uno strumento di programmazione in continua evoluzione, sulla base delle esigenze epidemiologiche e assistenziali – prevede di poter arrivare sino a 539 posti letto di terapia intensiva per i pazienti in condizioni più gravi e a 3.120 posti per acuti. Vale la pena ricorda che al 12 marzo i ricoveri in rianimazione sono 112.

Il piano messo a punto dalla Regione prevede 5 livelli di saturazione progressivi dei posti letto a favore dei ricoveri di pazienti Covid. Il livello 1 è legato all’utilizzo di letti già esistenti per l’isolamento di pazienti diagnosticati; nel livello 2 i medesimi pazienti possono essere ricoverati in coorti, cioè spazi dedicati a persone con la stessa malattia; il livello 3 prevede l’espansione di reparti e strutture dedicate in macroaree ad hoc, trasferendo e sospendendo attività già programmate e differibili, meno urgenti, in modo da creare nuove disponibilità. Nel livello 4, c’è l’utilizzo della rete regionale con trasferimento di pazienti dagli ospedali più saturi a quelli che hanno maggiore disponibilità.

Il livello 5, infine, indica la creazione di ospedali o padiglioni interamente dedicati a pazienti Covid: si intendono strutture di dimensioni medio-piccole (indicativamente 150-200 posti letto) dotate di terapia intensiva e, eventualmente, di aree semintensive. È opportuno che in queste sedi non siano svolte attività non trasferibili e non “isolabili” (come trapianti, emodinamica e altre discipline di alta specialità).

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