
«Una commistione fra pubblico e privato che non sempre, in sanità in particolare, ha dato i frutti sperati, proprio per le diversità istituzionali e costituzionali delle due realtà». In queste parole sta la perplessità del dottor Maurizio Marangolo, presidente di Sinistra per Ravenna ed ex primario di Oncologia a Ravenna oggi in pensione, sul progetto che porterebbe un corso di laurea in Medicina dell’università di Ferrara negli spazi del Maria Cecilia Hospital di Cotignola, ospedale privato del gruppo Gvm accreditato con il sistema sanitario nazionale.
«Già esistono, in Italia, esperienze che vedono strutture sanitarie private di assoluta eccellenza, analogamente alle caratteristiche del Gruppo Villa Maria, creare dei poli universitari privati, anch’essi di assoluta eccellenza, in grado di fornire agli studenti qualità didattiche di altissimo livello, anche se a costi particolarmente elevati. Nulla da eccepire. Siamo in un sistema politico che, fortunatamente, garantisce la libera iniziativa pur condizionata da vincoli che devono evitare il crearsi di situazioni di iniquità». Ma i dubbi di Marangolo vengono dalla particolarità del progetto cotignolese: «Si dovrebbe trattare di una convenzione fra l’università di Ferrara e il polo sanitario privato per la creazione di un polo universitario della facoltà di Medicina centrato sulla realtà sanitaria privata. Nessuna obiezione a che il Gruppo Villa Maria, se lo ritiene opportuno e se è in grado di farlo e di mantenerlo, istituisca un proprio polo universitario privato, ma le realtà sanitarie afferenti alla Ausl Romagna devono restare a disposizione del polo universitario bolognese-romagnolo di recente istituzione».