Con il disegno di Gianluca Costantini. La lettera dello studente alla famiglia
L’evento è stato organizzato da Amnesty International Italia, Articolo 21 e Festival dei diritti umani a cui hanno aderito anche altre associazioni.
«L’appello al governo è di non trattare con i fascisti» – ha aggiunto Donato Ungaro di Articolo 21, per il quale «con chi rientra nella categoria dei dittatori non si può trattare».
L’unica colpa di Zaky, ha detto il direttore del Festival dei diritti umani, Danilo De Biasio, «è di aver scritto che in Egitto non esistono i diritti umani. E la prova è il fatto che per averlo scritto è finito in galera».
L’aquilone girerà per altre città, tra le prossime ci sono Marzabotto, Conselice e Perugia.
Nel corso della stessa giornata di ieri, 12 settembre, gli attivisti della campagna “FreePatrick” hanno informato che «Patrick ha scritto alla famiglia e ai suoi amici in Egitto per sapere come stanno e per rassicurarli sul suo stato di salute, e mandare il suo amore agli amici di Bologna e di Granada».
Nella missiva Patrick «si augura che la fortuna lo assista nella sua prossima udienza, in modo da poter riguadagnare la libertà».
Nella nuova lettera Patrick ha chiesto anche ai familiari «la data della prossima udienza». La famiglia, si legge sempre nel messaggio sul social network, «ha potuto lasciargli del cibo e dei prodotti per l’igiene nel luogo in cui è detenuto ed è stata rassicurata sul suo stato di salute attraverso una lettera ricevuta dalla prigione di Tora».