Il nuovo progetto del fotoreporter Corelli sul tema dantesco dell’esilio. Collaborazioni anche con la scuola
Dopo L’atlante umano romagnolo dell’edizione 2019, la nuova tappa del progetto Dante esule del fotoreporter Giampiero Corelli affronta un nuovo territorio in cui la parola esilio ha il suono dell’oggi: quella degli adolescenti che si isolano dal mondo, dai coetanei, che si sottraggono al percorso scolastico per rifugiarsi tra le pareti delle loro stanze, unico rapporto con l’esterno lo schermo di un Pc, il dialogo a distanza con adolescenti come loro, i cosiddetti Hikikomori.
Il fenomeno è ormai noto da tempo: Hikikomori è parola giapponese che significa “stare in disparte, isolarsi”. È diffuso e con numeri importanti anche in Italia, dove è attiva da anni l’Associazione Hikikomori Italia, con diramazioni regionali, tra cui Hikikomori Emilia-Romagna che ha reso possibile il percorso di Dante Esule 2020 – Hikikomori.
Il primo, a Ravenna, con l’inaugurazione, domenica 20 settembre (ore 17) all’interno della Basilica di S. Giovanni Evangelista, della mostra di fotografie realizzate da Corelli – scatti in cui per la prima volta alcuni hikikomori accettano di mostrarsi e raccontarsi – e dell’installazione site-specific dell’artista Luigi Berardi. L’allestimento sarà visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, fino a domenica 4 ottobre. All’inaugurazione di domenica, che si svolgerà alla presenza dell’Arcivescovo della Diocesi di Ravenna – Cervia Monsignor Lorenzo Ghizzoni, interverrà anche la psicologa e psicoterapeuta Simona Tolve.
Dal 17 ottobre al 15 novembre mostra ed installazione saranno invece allestite a Bagnacavallo, all’Antico Convento di S. Francesco (inaugurazione sabato 17 ottobre ore 17).