«Leggere ci rende migliori, ma anche “diversi”. Cerchiamo di renderlo un piacere»

Il direttore della Classense sull’importanza della lettura

Tarantino2Perché è importante leggere? Lo abbiamo chiesto al dirigente della Cultura del Comune di Ravenna, Maurizio Tarantino, in qualità anche di direttore di una delle biblioteche più prestigiose d’Italia, la Classense, in questo periodo in cui si moltiplicano i servizi di consegna di libri a domicilio.

«Facile! – è la sua risposta – Per essere più consapevoli e creativi; in sostanza per essere persone migliori. Però c’è il trucco. Uno dei più acuti studiosi del tema della lettura, Giovanni Solimine, in un suo libro di dieci anni fa, dopo aver analizzato e confrontato migliaia di dati statistici, arrivava a questa conclusione, non priva di una sfumatura inquietante: i lettori “forti” sono le persone migliori di un paese; ma sono anche percepite come “anormali”, “piccoli Leopardi” che sudano sulle carte e si ritrovano inadatti alla vita “reale”, buoni tutt’al più a fornire lo spunto per il personaggio di un film o di un romanzo».

«Le attività delle biblioteche e di tante istituzioni volte alla promozione della lettura, buone e giuste, tutti gli appelli che leggiamo sui social o nelle “pubblicità progresso”, fantasiosi e accattivanti (c’è un bellissimo sito web che ha raccolto decine di immagini pubblicitarie di tutto il mondo), tendono quasi sempre a nascondere questa triste verità: leggere, per documentarsi e capire meglio la realtà che ci circonda, o per entrare nel mondo immaginario di uno scrittore e riviverne le cento vite, costa tempo e fatica, e ci rende un po’ “diversi”».

«Con quali mezzi si può spingere una popolazione a dedicarsi a un’attività così necessaria ma che porta con sé tali “effetti collaterali”? Come “vendere” la lettura senza incorrere nell’errore, messo in luce dai guru del “Cluetrain Manifesto”, di non “conversare” con l’acquirente, di esaltare i pregi del “prodotto” occultandone i difetti? La risposta, ovviamente – conclude Tarantino –, non è facile. Ma va cercata in quello spazio intermedio tra il mondo della scuola e dell’università, dove leggere è una necessità e un dovere, e il mondo delle biblioteche e delle librerie, dove leggere è una possibilità e un piacere. La biblioteca “comunalscolastica” di Piangipane vi dice niente?»

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