«L’affare sul web è troppo vantaggioso? Quasi sempre c’è una truffa in agguato»

Gabriele Gardella di Cyberpolservice, esperto di informatica forense, avverte: «Attenzione ai finti broker di assicurazioni auto»

E Commerce«Se l’affare è così clamoroso che non vedete l’ora di vantarvi con gli amici per quanto avete risparmiato, allora quasi certamente è una truffa».
È il sistema empirico di Gabriele Gardella, 46enne informatico forense ravennate titolare della società Cyberpolservice, per fiutare gli inganni sul web. «A volte si rivolgono a me persone che hanno fatto acquisti convinti di aver risparmiato percentuali incredibili. Dovrebbe essere un campanello d’allarme sufficiente per tenersene alla larga e invece la sensazione di risparmiare è più allettante».

Negli ultimi tempi Gardella sta assistendo a diversi casi che riguardano le Rca. L’automobilista in cerca di un premio vantaggioso si imbatte per via telematica in un personaggio che si presenta come broker capace di fornire polizze con più compagnie e chiede i dati del veicolo da assicurare. «Una volta avuta la targa e i dati fa un preventivo con una compagnia online ma non inserisce il modello dell’auto del cliente ma una targa di una vettura di tutt’altro tipo. Tu hai un Q7 da 80mila euro e il broker truffatore chiede un preventivo per una Y10 del 1992. Poi modifica il preventivo e lo presenta al cliente che vede la cifra minima e accetta. Di fatto viene sottoscritta una polizza ma in caso di sinistro emerge l’incongruenza e il veicolo risulta di fatto scoperto».
E in alcuni casi si verifica anche un ulteriore inganno: «Il broker dopo aver incassato sospende la polizza senza dire niente al cliente e si tiene tutti i soldi poi sparisce e il guidatore non sa nulla».

Come capire che è un inganno: «Il primo segnale è la cifra. Se le compagnie tradizionali vi chiedono duemila euro di premio, sarà improbabile trovare qualcuno a 700 euro per la stessa polizza. Seconda cosa, attenti a come vogliono essere pagati: se non vogliono un bonifico ma addirittura una ricarica su Postepay io mi fare dei delle domande. Ma anche i bonifici possono essere insidiosi: controllate bene il nome dell’intestatario, spesso è un prestanome, che vive all’estero, irrintracciabile».

Ma occorre stare attenti anche quando si mette in vendita qualcosa ad esempio sul market place di Facebook. Occhio a chi vi contatta interessato all’acquisto: «Ti chiedono se accetti pagamenti con Paypal e ti dicono che il sistema vuole un codice del destinatario del pagamento. In realtà stanno cercando di cambiare la mail di accesso e da voi si fanno dare la chiave di sicurezza per completare l’operazione».

Di quali competenze informatiche è dotato il truffatore via web? «Di solito ha un minimo di conoscenze ma soprattutto ha ben chiara una cosa: la monetizzazione del bottino va fatta in fretta e senza lasciare tracce che lo rendano individuabile. Ecco perché i conti sono intestati ad altri e appena arrivano i soldi sottratti vengono prelevati in contanti».

I consigli per proteggersi riguardano prima di tutto le scelte dei canali da consultare: «I grandi venditori danno garanzie per le transazioni. Amazon è una struttura sicura, garantita. Se si esce da questi bisogna fare attenzione». E le password? «A mia figlia ho consigliato di tatuarsela addosso visto che la perde continuamente e fa di continuo la procedura per il recupero. A parte le battute, il consiglio è di utilizzare un generatore di codici: se ne trovano di gratuiti che danno un numero limitato di accessi da telefonino e illimitati da browser, può essere un buon sistema per proteggersi».

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