«Idrossiclorochina pericolosa, i vaccini sicuri: un medico non può dire certe cose»

L’intervento di Andrea Casadio, giornalista e dottore, dopo la nostra intervista a Luca Graziani

AndreacasadioRiceviamo e pubblichiamo una replica a Luca Graziani, dottore che si è scagliato contro mascherine e vaccini anti Covid, da noi intervistato settimana scorsa, da parte di Andrea Casadio, giornalista, reporter e autore televisivo, che può vantare anche una laurea in Medicina a Bologna, con dottorato in Neuroscienze, grazie ai quali ha insegnato e fatto ricerca alla Columbia University di New York.

Quando ho letto l’intervista al dottor Luca Graziani sul Covid, sono saltato sulla sedia: quel medico ha messo in fila una sequenza di affermazioni sgangherate, approssimative e false, contrarie a quel che dice la scienza, che sarebbero ammissibili se dette da qualcuno che non sa, ma che sono inaccettabili da un uomo di scienza quale lui dovrebbe essere. Il dottor Graziani afferma che “solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono”. Allora lo confesso, sono un imbecille, perché sono certo di una cosa: mi fido di quel che dice la scienza, la quale offre una conoscenza e una verità che si costruisce passo dopo passo, esperimento dopo esperimento, e diventa sempre più piena. E qual è la verità sul Covid? Le cose sono state chiare fin dal primo momento.

Fin dal primissimo articolo scientifico sul COVID-19, dal titolo “Caratteristiche cliniche dei pazienti infettati dal nuovo coronavirus del 2019 a Wuhan, in Cina”, scritto dai medici cinesi che avevano osservato e curato i primi malati al mondo, e pubblicato a gennaio 2020 sulla prestigiosa rivista scientifica inglese Lancet, è stato ben chiaro quale sia il meccanismo d’azione del virus, come si sviluppi la malattia e come si possa curare. Difatti, i medici cinesi scrivono nero su bianco che il “nuovo coronavirus del 2019” (che poi avrebbe preso il nome di SARS-Cov-2) entra nel nostro organismo per via aerea attraverso il naso e la bocca, arriva nei polmoni e qui, ora sappiamo, attraverso la sua proteina spike (spina) si lega ai recettori ACE-2 sulla membrana delle cellule dei nostri alveoli polmonari, penetra dentro di esse, si replica generando nuove copie del virus che riempiono la cellula fino a farla scoppiare, poi i nuovi virus prodotti invadono la cellula vicina, e così via, distruggendo a poco a poco le pareti degli alveoli. Questo danno cellulare progressivo richiama nei polmoni un gran numero di cellule immunitarie, denominate macrofagi, che cominciano a secernere sostanze chiamate citochine, le quali attirano in loco altri macrofagi che fagocitano cellule morte e virus, che rilasciano altre citochine le quali richiamano altre cellule, e così via. Nei casi più gravi i macrofagi secernono una “tempesta di citochine”, che provocano una super-infiammazione polmonare – in pratica gli alveoli si riempiono di siero, quel liquido trasparente che fuoriesce anche dalle nostre ferite -, i polmoni smettono di ventilare, così il sangue nei polmoni ristagna, e se il sangue ristagna si innescano fenomeni di coagulazione, cioè si formano trombi all’interno dei vasi polmonari.

Questo dicevano i medici cinesi, e suggerivano che per curare questa nuova malattia bisognava somministrare farmaci antinfiammatori come l’ibuprofene o il cortisone nei casi più gravi, per smorzare la super infiammazione polmonare; anticoagulanti come l’eparina per prevenire la trombosi; e tanto tanto ossigeno, anche intubando i pazienti se necessario, perché questi pazienti respirano male.

Questa è la cura per il COVID-19, descritta fin dal primo articolo pubblicato al mondo. Da allora non abbiamo cambiato ma solo raffinato la terapia. Studiando le epidemie in corso, si è capito che ogni 100 infetti di CoVID-19 circa 50 restano asintomatici, ma sono portatori del virus, gli altri 50 si ammalano e di questi 15 devono andare in ospedale, 5 finiscono in terapia intensiva e 1 o 2 ogni 100 muoiono, soprattutto i vecchi. Mentre i pazienti con sintomi più lievi – una febbriciattola e poca tosse – possono essere curati con tachipirina e ibuprofene, e guariscono praticamente da soli, i casi più gravi necessitano di una terapia più massiccia con cortisone e intubazione, ma qualcuno nonostante tutto muore. Questa è la cura.

Migliaia e migliaia di scienziati e di medici di tutte le università e gli ospedali del mondo hanno pubblicato ricerche scientifiche sempre più accurate e perfezionato questa terapia. Ed ecco che arriva il dottor Luca Graziani, from Ravenna, che sostiene di aver trovato lui la vera terapia che le grandi case farmaceutiche ci nascondono, a base di idrossiclorochina, vitamine e ossigeno, e mi raccomando niente tachipirina. A parte che l’ossigeno lo si usa fin dal primo momento, che la tachipirina si usa solo nei casi più lievi per abbassare la febbre, vorrei fare notare al dottor Graziani che l’idrossiclorochina – un farmaco usato per la cura della malaria molto tossico e che possiede anche blande proprietà antinfiammatorie e per questo era stato proposto per la cura del Covid da un simpatico medico francese, Didier Raoult, poi espulso dall’ordine dei medici perché aveva barato sui dati – ormai è dimostrato che non fa nulla contro il Covid, anzi ne aumenta la mortalità. Le vitamine contro il Covid  sono solo acqua fresca. Graziani sostiene che nessuno dei pazienti da lui curati è morto, e mi viene il sospetto che lui abbia curato solo persone che sarebbero guarite da sole, che fortunatamente col Covid ci sono.

Un’altra affermazione del dottor Graziani è francamente ridicola: lui sostiene che le mascherine fanno male perché ci fanno respirare l’anidride carbonica tossica che espiriamo e ci alterano il microbiota. Se fosse vero, i nostri poveri chirurghi che indossano anche otto ore al giorno le mascherine dovrebbero operare indossando maschera e bombole ad ossigeno come un sub, perché è noto che ogni giorno decine di chirurghi muoiono asfissiati, accasciandosi sui pazienti che stanno operando. Per non parlare poi del fatto che, inalando batteri intestinali, i chirurghi convivono per tutta la loro vita con una noiosa cacarella cronica, la famosa “diarrea del chirurgo”.

Poi il dottor Graziani dice che non si fida, finché non facciamo le autopsie su pazienti non sappiamo di che cosa sono morti. Ora, dato che ogni malato grave di polmonite da Covid vomita per giorni un liquido nerastro composto di siero, muco e sangue coagulato, e poi muore, direi che non c’è troppo bisogno di fare un’autopsia per capire di che cosa è morto. Ma forse lui non ne ha mai visto uno. E poi si dà il caso che io conosca bene il medico che ha effettuato decine di autopsie sui morti da Covid di Bergamo, e anche lui non ha dubbi.

Inoltre, il dottor Graziani dice che non si vaccina e pronuncia la solita litania sui vaccini che non sono sicuri che sono stati sperimentati troppo in fretta che non sappiamo che cosa contengono. Tutte boiate. Con uno sforzo senza precedenti i nuovi vaccini contro il Covid sono stati sviluppati e sperimentati in breve tempo su decine di migliaia di persone, e gli studi scientifici pubblicati dimostrano che sono sicuri ed efficaci, il tutto rigorosamente documentato. Se volete vi posso fornire una ricchissima bibliografia scientifica.

A questo link un articolo sul caso Astrazeneca, alla vigilia della sospensione, a cura sempre di Casadio: “Quello che vi hanno detto sui problemi di Astrazeneca è falso: ecco i veri numeri sull’efficacia”

Infine, una questione di metodo. I medici come il dottor Graziani sostengono di essere delle specie di Galileo che hanno scoperto una verità contraria al dogma. Ebbene, in scienza funziona così: se hai una teoria prima devi mostrare le prove che la confermano, e poi puoi aprire bocca. Invece questi medici dicono: “le mascherine fanno male e uccidono”, oppure “i vaccini sono inutili”, ma non hanno una sola prova di quel che dicono. Galileo sosteneva che la Terra girava attorno al sole e aveva le prove, mentre la Chiesa sosteneva che era il Sole a ruotare attorno alla Terra, ma non ne aveva. In questa storia i veri Galileo sono gli scienziati che fanno ricerca e che scoprono i vaccini, invece i medici come il dottor Graziani sono come la Chiesa medievale, che si basava sulla fede cieca e non sulla verità sperimentale. E qui, mi spiace, ma faccio un appello: se è vero che la medicina è una scienza che si basa sul metodo sperimentale e non una fede, un medico non può esprimere “opinioni” senza fondamento scientifico e pericolose, non può sostenere che nessuno muore di Covid, basta saperlo curare, perché questa è una frase offensiva per tutti quelli che di Covid sono morti vomitando il loro sangue; non può invitare le persone a non indossare le mascherine perché questo mette in pericolo la vita di molti; e non può invitare a non vaccinarsi, perché questa non è libertà di scelta, ma fideismo oscurantista.

L’Ordine dei Medici deve prendere posizione e intervenire. Sennò, non si capisce bene cosa ci stia a fare.

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