«Faccio il tampone per non pesare sui colleghi. Per Start siamo solo dei numeri»

Parla uno degli autisti  non vaccinati del Ravennate, appena sceso da un bus di 18 anni: «È umiliante»

Bus StazioneC’è chi se lo può permettere e ne approfitta per restare tutto il giorno sul divano. Chi ha fatto le valigie ed è andato a pescare in montagna (ci dicono proprio così). Ma anche chi, pur senza famiglia a carico e pur potendoselo probabilmente permettere, preferisce continuare a lavorare per non mettere in difficoltà i colleghi.

«So che più siamo e meno sacrifici siamo costretti a fare tutti, quindi per rispetto verso i colleghi, faccio il tampone e vado a lavorare», ci dice uno dei diversi autisti di bus non vaccinati (uno su dieci nel Ravennate è senza green pass) tra i dipendenti di Start Romagna.

Che, però, all’azienda non le manda a dire. «A loro non interessa se gli autobus girano oppure no, se restano a piedi delle persone. Io, sinceramente, non sto guardando più la capienza dell’80 percento: se ci sono ragazzi dopo la scuola in strada che aspettano, li faccio salire».

Alberto (nome di fantasia) si lamenta per come sono cambiate le cose da quando è nata Start Romagna (dalla fusione delle aziende di trasporto pubblico delle tre province romagnole, tra cui Atm Ravenna), ormai quasi nove anni fa. «In Atm si respirava un clima diverso, si lavorava in armonia, quando c’era un problema si cercava di risolverlo tutti insieme. Da quando c’è Start, invece, noi autisti siamo diventati solo dei numeri, da gestire, come nel caso del green pass. Quando c’è una lamentela degli utenti, sta a noi dimostrare che siamo nel giusto, pena un procedimento disciplinare. L’azienda è sempre ostile nei nostri confronti, ci sono contestazioni per ogni minima cosa. E in questo modo si è creato un brutto clima anche tra colleghi».

Alberto ci porta poi a bordo del bus da cui è appena sceso. A marzo compirà 18 anni, con oltre 700mila km percorsi (complessivamente 42 mezzi su 97 circolanti in provincia hanno più di 15 anni, secondo i dati che ci ha fornito Start). «È capitato di perdere una ruota mentre siamo alla guida, capisci? È umiliante. Trovassi un altro lavoro, me ne andrei, anche se faccio l’autista da più di vent’anni. I ragazzi che vengono a provare dopo un mese scappano, ci guardano e ci chiedono come possiamo fare questo lavoro. Un giovane deve investire migliaia di euro per le patenti, deve essere sempre sobrio, in ottima salute, e viene sbattuto in mezzo alla strada, con una responsabilità enorme, per prendere poco più di mille euro al mese, oltretutto quasi obbligato, nei primi tempi, a fare sempre straordinari. Ma chi glielo fa fare?».

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