Sui bus a Ravenna le persone transgender ora possono utilizzare il nome d’elezione

La decisione per gli abbonamenti di Start Romagna, prima azienda pubblica in Italia a farlo, dopo la battaglia di una 15enne

Protesta Piazza Kennedy Ravenna Arcigay Ddl Zan

Uno scatto dalla manifestazione dell’Arcigay contro l’affossamento del Ddl Zan

«Dare alle persone transgender la possibilità di viaggiare con il nome d’elezione e non obbligatoriamente quello anagrafico rappresenta una vera e propria rivoluzione sugli abbonamenti dei mezzi pubblici in Italia ma soprattutto un grande passo avanti nella strada dei diritti per l’autodeterminazione di genere».

Così la vicepresidente della Regione, Elly Schlein, l’assessore regionale alla Mobilità e Trasporti, Andrea Corsini e l’assessora regionale alle Pari opportunità, Barbara Lori si complimentano con l’azienda Tpl Start Romagna per la decisione che consente alle persone transgender di indicare il nome di elezione, e non più quello anagrafico, sull’abbonamento dell’autobus.

«Siamo davvero orgogliosi che una novità come questa parta da Ravenna e dall’Emilia-Romagna, perché dimostra l’attenzione che la nostra regione ha per i diritti, in particolar modo in questo momento dopo l’affossamento del ddl Zan. Ora l’augurio è che possa essere un esempio per tutte le altre aziende dei trasporti della Regione e d’Italia».

Il riferimento è al caso riportato sui quotidiani locali che riguarda una studentessa di 15 anni, sostenuta dall’associazione “Affetti Oltre il genere” fondata dai suoi genitori.

La ragazza – come ricorda l’Ansa – da circa tre anni ha avviato un percorso per una autodeterminazione di genere, ma che al momento per la burocrazia risulta essere ancora di sesso maschile. Per questo per più di un anno ha preferito acquistare il biglietto singolo nel tragitto casa-scuola perché impossibilitata ad avere l’abbonamento, non collimando il nome utilizzato normalmente con quello ancora presente nel documento. A cambiare le cose un episodio spiacevole: un giorno ha dimenticato il biglietto e a un controllore ha dovuto pronunciare il nome registrato all’anagrafe per l’identificazione.

«Abbiamo affrontato subito la segnalazione pervenuta dall’Associazione “Affetti oltre il genere” – commentano da Start Romagna – e trovato, tramite una convenzione e una procedura dedicata, la soluzione che consentisse di superare il disagio. Tale procedura è ora possibile per coloro che ne sentono l’esigenza. Intanto siamo contenti che il disagio per la ragazza sia rientrato con soddisfazione di tutti. Abbiamo anche formato il personale Start Romagna che opera agli sportelli delle biglietterie e al servizio di costumer care, nonché quello della società esterna che si occupa della controlleria, perché in presenza di casi analoghi il tratto della sensibilità sia diffuso e garantito».

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