Un Osservatorio per scoprire le ombre di illegalità nelle crisi d’impresa

Soldi EuroAlleanza tra procura, giudici, commercialisti e avvocati. Il pm: «Aggredire i patrimoni illeciti è la cosa più importante»

Individuare tempestivamente una crisi d’impresa, conoscendo i primi segnali di allarme cui fare atten- zione, equivale a guadagnare tempo rispetto alla tagliola della prescrizione per eventuali condotte penalmente rilevanti dei vertici aziendali, ma anche a salvare una fetta di economia che altrimenti verrebbe trascinata nel gorgo di un fallimento, anche quando non ha profili penali. È questo il senso con cui il 26 novembre si è costituito in tribunale a Ravenna l’Osservatorio sulle procedure concorsuali. Al termine di un percorso durato quasi due anni, nasce un organo che ora mette attorno allo stesso tavolo i tanti soggetti che hanno voce nei momenti critici nella vita di un’azienda. Vale a dire in primis tribunale e procura, ma anche commercialisti e avvocati. Per fare in modo che le informazioni in possesso di una parte siano a disposizione di tutti. Perché siano sempre meno i casi in cui le sentenze di fallimento arrivano quando l’impresa da anni è ormai solo un morto che cammina e la soddisfazione per i creditori è nulla. A quel punto il crac diventa solo un costo per la collettività.

«Dobbiamo essere in grado di dare la giusta lettura a certi segnali. Se un’azienda ha un debito erariale o non paga le rate di un leasing voglio capire se è una situazione estemporanea che può accadere fisiologicamente o se fa parte di un disegno più strutturato». Il sostituto procuratore Lucrezia Ciriello, dal 2012 alla procura di Ravenna, è tra i sottoscrittori dell’Osservatorio in quanto tra i magistrati degli uffici in via Falcone assegnati alla criminalità economica.

Dalla collaborazione all’interno del quadro definito dall’Osservatorio, Ciriello auspica lo sviluppo di un rapporto più stretto fra i commissari delle procedure e la procura: «Non è solo il giudice delegato il loro riferimento. Oggi la procura ha interesse soprattutto al recupero dei capitali e quindi l’obiettivo è comune». Aggredire i patrimoni è sempre più quello che conta davvero. I dati dicono che i colletti bianchi sono una percentuale minima nella carceri e la durata dei processi di questo tipo rende frequenti le prescrizioni con il conseguente dissequestro di beni: «Per questo è importante utilizzare tutti i vincoli messi a disposizione dal legislatore».
In questo senso l’indagine Malavigna è stata un caso di scuola: tre i provvedimenti di natura diversa che gravano su un patrimonio di circa 50 milioni di euro riconducibile a Vincenzo Melandri, il re del vino di Russi.

Tra gli scopi dichiarati del nuovo organismo c’è la volontà di un reciproco scambio di informazioni: «Dai commercialisti potranno venire spunti per leggere i bilanci, dagli inquirenti possono venire indicazioni su come scovare gli aspetti penalmente rilevanti nei bilanci». Ogni crac significa anche risorse destinate allo Stato che invece vanno perse e quindi non più a disposizione per i servizi della collettività. Per spiegare meglio il concetto Ciriello mette sul tavolo una cifra: a livello nazionale le insinuazioni dell’Erario al passivo di tutte le procedure aperte arrivano a un totale di alcune decine di miliardi di euro. «Vuol dire che c’è una parte di imprenditoria che si finanzia non pagando le tasse. E questo è un danno per tutta la collettività».

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