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«Linee diverse ma stessi orari e tragitti, i bus sono in colonna: che senso ha?»

La lettera di un lettore di R&D che da 25 anni usa il trasporto pubblico su gomma a Ravenna: una lunga carriera da passeggero e ora si è fatto un’idea sulla gestione aziendale tra personale non vaccinato, corse soppresse, copertura del territorio e mancati rimborsi

Gentile redazione,

ho letto con interesse il vostro approfondimento sul trasporto pubblico (R&D n. 929 del 4 novembre) e ho avuto modo di apprezzare il commento di Andrea Alberizia sulla situazione dei bus e degli autisti senza green pass. Premesso che mi pare incredibile che una fetta del personale di una delle categorie più esposte (che addirittura non vende più i biglietti a bordo) non si sia vaccinata, ritengo che Start stia gestendo in maniera tutto sommato dignitosa la situazione.

Lo dico da utente: da ormai 25 anni utilizzo il bus con regolarità, prima per andare a scuola e poi per lavoro. Lo faccio per scelta e perché me lo posso permettere perché abito in una zona ben servita e mi dirigo verso una zona altrettanto ben servita. La mia riflessione, rispetto a quanto da voi scritto, deriva proprio da una considerazione sulla copertura della città da parte delle line di trasporto pubblico.

Credo che Start abbia sinora ricevuto poche lamentele per due motivi: il primo è che il bus lo utilizzano con regolarità soprattutto gli studenti e quindi, una volta garantite quelle corse, buona parte del lavoro sia fatta. La seconda è che a Ravenna ci sono tantissime linee “doppie” con zone copertissime e altre abbastanza scoperte. La linea 8 e 80, ad esempio, dal Pala De André all’Ipercoop fanno lo stesso identico percorso con orari simili (a volte un bus è dietro l’altro) e si configura quindi un doppione. L’ospedale è un’altra zona, credo giustamente, molto coperta (vi passano quattro linee vicino). Tra i paesi, a Punta Marina Terme passano quattro autobus (il 70 e l’80) che fanno sì che sia la località più coperta del Comune. Insomma, togliendo qualcuna di queste corse ad orari strategici, in pochi si accorgono che mancano i bus a causa dell’assenza di autisti. Inoltre tutte le linee passano dal centro storico e da piazza Caduti, non esiste una “circolare” che faccia un percorso diverso servendo meglio le aree più periferiche e collegandole tra loro.

La riflessione che ne deriva a questo punto è se in generale non si possano ottimizzare le linee, togliendo qualche bus dalle zone più coperte e migliorando il servizio in quelle scoperte. Non c’è, ad esempio, una linea a cadenza regolare per il porto. Nelle campagne ravennati le corse sono sporadiche, i lidi nord sono molto meno coperti di quelli sud. Non è facile, in una città piccola con un territorio comunale grande, accontentare tutti ma di certo una riflessione sul modo in cui è coperto il territorio con il trasporto pubblico andrebbe fatta. Un paradosso? Non c’è una linea serale per il cinema ma la linea 1 tutto il giorno fino alle 20 ha il capolinea (dove arriva vuota) al Cinemacity. Non sarebbe più utile qualche corsa in corrispondenza dell’apertura del cinema?

Detto questo, lascio per ultima la lamentela: è abbastanza scandaloso che Start in questo periodo continui a far pagare a prezzo pieno gli abbonamenti anche se il servizio non è garantito al 100 per cento. In ultimo, vi faccio i complimenti per il lavoro che avete fatto sul tema, che meriterebbe in generale più attenzione.

 

Gentile lettore,

abbiamo dato spazio volentieri alla sua lettera perché l’utenza è sicuramente la voce più importante in questa vicenda. E ci fa piacere sentire che tutto sommato il lavoro di Start Romagna viene apprezzato. Del resto non sono mancate le iniziative con cui l’azienda ha cercato di stare al  passo con la pandemia. Però le segnalazioni di linee che si sovrappongono e le coperture orarie poco distribuite sono sicuramente interessanti per un servizio di trasporto. Ci farà altrettanto piacere se l’azienda Start vorrà dire la sua: daremo spazio per eventuali spiegazioni.