Farmacia inaugura in piena pandemia: «Avevamo fatto domanda quasi dieci anni fa»

I soci del nuovo punto vendita a Borgo Montone hanno lasciato i propri posti di lavoro da dipendenti: «Nel primo giorno di attività sette clienti su dieci sono entrati per un tampone. In calo gli acquisti per i raffreddori»

Farmacia Borgo MontoneAvviare un’attività di farmacia nel mezzo di una pandemia significa clientela assicurata ma poco tempo per il rodaggio. Lo sanno bene il 59enne Stefano Saltarelli e il 36enne Luca Benini, soci nel nuovo negozio a Borgo Montone, frazione di Ravenna alle porte della città: il 17 gennaio hanno tagliato il nastro insieme al sindaco e quello stesso giorno hanno fatto una cinquantina di tamponi. «Sette clienti su dieci sono entrati per un test. E il primo giorno ovviamente non avevamo prenotazioni. Ci aspettiamo che aumenti la richiesta e prenderemo gli appuntamenti per organizzare il servizio al meglio». Prezzo 15 euro, fissato dal commissario per l’e- mergenza. Il test fai da te da fare a casa invece viene venduto a 9 euro. «Lo strumento è lo stesso – spiega Santarelli – ma non c’è paragone sul livello di affidabilità perché è normale che ognuno sia meno deciso con se stesso».

Il rilascio della licenza per aprire l’attività è arrivato alla fine della scorsa estate: «Avevamo fatto domanda al concorso pubblico ormai 8-9 anni fa. Quando è arrivata la Pec con la comunicazione quasi non ci ricordavamo più. Nello scorrimento della graduatoria è arrivato il nostro turno. Tra i punti ancora disponibili in base alle liste fatte dai Comuni c’era Borgo Montone dove si era liberato un immobile adatto e abbiamo pensato fosse una posizione valida». E così entrambi i farmacisti si sono licenziati dai propri posti di lavoro da dipendenti – Saltarelli dal 2005 era direttore della farma- cia di Santa Teresa e Benini era a Punta Marina dove lavorava anche Michela Tartaull che ora è una collaboratrice dei due soci – e sono diventati imprenditori.

«È tutto diverso – riconosce Benini –. C’è tutta una parte di lavoro organizzativo e gestionale che aumenta la complessità delle cose». Qualche dettaglio lo fornisce il collega Saltarelli: «Nel settore dei farmaci distribuiamo quello che viene prescritto al cliente. Ma è nel campo degli integratori che bisogna coniugare le esi- genze commerciali con le conoscenze scientifiche: diventa fondamentale la capacità di individuare prodotti di qualità, magari non i soliti più pubblicizzati ma anche qualcosa di nicchia per soddisfare il cliente. Se devi dare un consiglio, devi farlo per qualcosa che ritieni efficace».

Su questo aspetto forse ha avuto più ricadute il Covid: «Prima della pandemia il farmacista veniva visto più come un commerciante, adesso c’è una percezione più professionale della nostra attività e siamo sempre più una figura sanitaria completa, capace di fornire farmaci ma soprattutto servizi». Anche in quest’ottica Benini ha seguito il corso teorico e pratico per la sommini- strazione dei vaccini.

Ma la pandemia ha cambiato molto le vendite al banco. «È aumentata tantissimo l’attenzione delle persone per il rafforzamento del sistema immunitario – spiega Saltarelli –. Lattoferrina e betaglucani sono diventati prodotti molto più usati. Così come la vitamina C, in molteplici formulazioni. Al tempo stesso sono calati gli acquisti legati alle patologie invernali: i raffreddori, ad esempio, sono praticamente scomparsi perché avevano la stessa modalità di trasmissione del Covid e quindi distanziamento, mascherine e minore circolazione delle persone hanno ridotto questi malanni. Questo ci dimostra che sarebbe opportuno portarci dietro qualcuno di questi accorgimenti anche quando un giorno la pandemia non sarà più un’emergenza: ad esempio, non sa- rebbe una brutta abitudine girare con la mascherina quando si ha un raffreddore».

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