Pandemia e brindisi: «Più bottiglie da bere a casa, ma ci saranno rincari»

Parla Marco Calderoni il titolare dell’omonima enoteca ravennate: «Vendite di vino e alcolici a fasi alterne»

La Cantina Di Calderoni

Vendite in aumento per il consumo a tavola, calano gli acquisti per i regali: questo l’effetto della pandemia sul commercio di vino e bevande alcoliche, dal punto di vista di Marco Calderoni, proprietario della nota enoteca “Cantina di Calderoni”, aperta dal 2007 a Ravenna.

Durante il primo lockdown del 2020 c’è stato un calo drastico di clientela nel negozio e, come tante altre attività, anche Calderoni è dovuto ricorrere alle consegne a domicilio per resistere alla depressione commerciale. A distanza di due anni lo scenario è diverso: quelle che erano novità del periodo sono diventate abitudini più consolidate. «Alcuni prodotti sono aumentati come vendite, – spiega Calderoni –, soprattutto il vino da bere a casa quotidianamente. Per quanto riguarda i vini da regalo, di gamma alta, invece, sono calati molto». Una conseguenza anche di due anni in cui le occasioni per feste e celebrazioni sono state molto ridotte.

Il cambiamento delle abitudini delle persone ha quindi influito anche su questo settore. Il lockdown, spiega ancora il commerciante, ha portato a una vendita maggiore del prodotto sfuso e a un calo dell’acquisto di bottiglie di un certo valore. «È comunque sempre molto richiesto il vino locale, prodotto in Romagna. Per quanto riguarda i superalcolici, negli ultimi anni è aumentato il consumo di alcune tipologie di distillati, come il gin». La fascia di età dei clienti è rimasta sempre la stessa: nel negozio possono entrare solo maggiorenni e di solito è tra i 30 e i 65 anni che si posiziona chi compra più spesso.

«Nell’ultimo periodo però le vendite non sono influenzate solo dalla pandemia – conclude Calderoni – ma anche dal caro bollette e dei materiali per il confezionamento. Negli ultimi mesi varie aziende produttrici stanno aggiornando i listini prezzi: c’è stato un aumento che va dal 5 al 15 percento dei prodotti alcolici».
E questo potrebbe avere ricadute a lunga scadenza: perché se l’impatto della pandemia potrebbe ridursi ulteriormente tra qualche mese, le conseguenze derivate dall’inflazione potrebbero perdurare per un lungo periodo.

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