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L’Ecogest di Cotignola offre lavoro a 20 capifamiglia ucraini in fuga dalla guerra

L’azienda che si occupa di manutenzione del verde autostradale ha comunicato ufficialmente la propria disponibilità

L’azienda Ecogest spa di Cotignola, leader nel campo della manutenzione del verde autostradale, tende la mano ai profughi ucraini. Su impulso della famiglia Molinari, alla guida dell’azienda e della holding Greenway Group, è stata inviata oggi (28 febbraio) una lettera all’ambasciatore in Italia della Repubblica Ucraina, Yaroslav Melnyk, e al capo della Protezione Civile italiana, Fabrizio Curcio, per comunicare ufficialmente la disponibilità a dare accoglienza e lavoro a 20 nuclei familiari tra coloro che sono in fuga dall’Ucraina a causa della guerra.

L’intento della famiglia Molinari, del board e dell’intero staff dirigenziale, è quello di assumere fino a 20 capifamiglia ucraini in fuga, in linea con le condizioni contrattuali italiane, affinché possano mantenere i propri cari al seguito.

«L’attuale scenario internazionale, e la crisi umanitaria che ne consegue, non può lasciare indifferente l’Italia e il suo sistema produttivo – scrive tra l’altro Valerio Molinari nella lettera inviata all’ambasciatore -. L’Ucraina non è una nazione qualsiasi, ma una presenza costante nella vita quotidiana di migliaia di italiani che proprio ai fratelli ucraini hanno affidato non solo importanti ruoli operativi, ma spesso anche quella di affetti familiari».

In Ecogest, grazie a un processo di industrializzazione di un lavoro tradizionalmente “povero” come il taglio dell’erba, lavorano a regime circa 200 famiglie di diverse origini ed etnie. «In questo contesto apriamo le porte della “nostra casa” idealmente a tutto il popolo ucraino – continua la lettera -, nella consapevolezza di compiere un piccolo gesto rispetto alla portata della crisi umanitaria che sta per abbattersi sul nostro Paese e sull’Europa intera, ma nella speranza che questa scelta possa essere germoglio per la fioritura di una rete solidale, alla costruzione della quale l’Italia non si è mai sottratta».