X
    Categoria: società

Il pallavolista che ha sconfitto il cancro: «Nel mio libro un messaggio di speranza»

Sirri: «Ho trovato la forza nella famiglia. Dopo la malattia ho cercato un lavoro con cui poter aiutare gli altri»

Schiaccia la paura è il titolo del libro che racconta la sfida più importante dell’ex giocatore di pallavolo Luca Sirri, non sportiva ma quella contro il cancro. Il volume, già in libreria dal 30 settembre, verrà presentato sabato 12 novembre, alle ore 17.30, alla “Sala Ragazzini” di Largo Firenze, a Ravenna, città dove Sirri è nato e attualmente risiede.

Il libro è stato scritto dalla giornalista Elisabetta Mazzeo, che è alla sua seconda esperienza in questo campo. «Scrivere un libro in cui la parola “cancro” è una delle protagoniste – ha spiegato l’autrice – non è stato semplice. Nella stesura di questo romanzo, ho pesato ogni riga e ogni parola. Cercando di mettere al centro di tutto le emozioni. Quelle di Luca soprattutto. Ma anche le mie».

In occasione dell’uscita del libro, abbiamo intervistato il protagonista del romanzo Luca Sirri. Pallavolista professionista, durante la sua carriera ha ottenuto numerosi successi: vestendo le maglie, tra le altre, di Carife Ferrara, Robur Ravenna e Tonno Callipo Vibo Valentia e, da giovane, anche quella della Nazionale Italiana.

Sirri con il figlio, alla presentazione alla Consar Ravenna

Da chi è nata l’idea di scrivere il libro?
«A inizio pandemia ho fatto un post su Facebook in cui spiegavo che dopo cinque anni ero guarito dalla malattia che mi aveva colpito. Due settimane dopo mi ha contatto la giornalista con cui poi ho scritto il libro (Elisabetta Mazzeo, ndr) e mi ha proposto questa esperienza. Ho accettato volentieri, il percorso però non è stato facile: facevo fatica a rivivere quei momenti, ma l’ho fatto per dare un messaggio di speranza a tutte le persone che stanno passando quello che ho vissuto io».

Qual è la prima cosa a cui ha pensato quando ha ricevuto la notizia della malattia?
«Ho pensato alla mia famiglia, a mia moglie e a mio figlio piccolo. Non sapevo come sarebbe stato il percorso e se la malattia mi avrebbe fatto andare avanti: avevo tante domande e poche risposte. Piano piano parlando con i medici si è avuta una percezione della malattia e di una speranza che potesse andare tutto bene».

Cosa le ha dato la forza di combattere?
«Ho trovato la forza sempre grazie alla famiglia: mio figlio mi ha dato la voglia di andare avanti e di far passare in secondo piano la malattia. Anche la pallavolo mi ha aiutato a fare squadra e gli amici con piccoli gesti mi hanno sempre dato sostegno».

Sirri con la moglie, mentre dedica una copia del libro

Come è cambiata adesso la sua vita?
«In positivo. Dopo quello che ho passato ho cercato un lavoro che potesse aiutare gli altri, così come gli altri hanno aiutato me: sono partito dal bagnino di salvataggio e poi ho iniziato a fare il volontario nella Pubblica Assistenza di Ravenna, dove attualmente svolgo la professione di autista».

Quali sono i momenti della sua carriera che ricorda con più emozione?
«Sicuramente i cinque anni che ho trascorso a Ravenna sono stati molto significativi: durante questo periodo ho costruito tutto, anche la famiglia. In ambito sportivo abbiamo raggiunto traguardi importanti, partendo dalla serie B1 e arrivando fino in A1. Ricordo molto bene anche la promozione a Vibo Valentia, che per me è come una seconda casa. Inoltre, sono stati importanti gli anni trascorsi a Ferrara, dove ho incontrato le prime persone che hanno creduto in me e ho giocato per il primo anno in serie A».