Il “Cristo Redentore” torna al Mar. Nel 1766 arrivò a Classe in cambio di pinoli

Il dipinto di metà del XVI secolo era in prestito a Treviso per una mostra dedicata a Paris Bordon. Un carteggio documenta la cessione da un mercante veneziano all’abbazia

Il “Cristo Redentore” di Paris Bordon è tornato al museo d’arte della città di Ravenna (Mar). L’opera era in presto al museo Santa Caterina di Treviso dove il 15 gennaio si è conclusa la mostra dedicata a Bordon (Treviso 1500-Venezia 1571), definito dallo storiografo veneziano Marco Boschini, il “Divin Pitor”, termine che ha usato solo per Raffaello e Tiziano. L’esposizione è stata curata da Simone Facchinetti, ricercatore dell’Università del Salento, e Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze.

Il dipinto del Mar è databile intorno al quarto decennio del XVI secolo, quando Bordon dimostra di avere assimilato la lezione di Tiziano, da cui aveva svolto giovanissimo l’apprendistato. Il suo arrivo a Ravenna è documentato dal carteggio del 1766, quando la tela viene ceduta dal mercante veneziano Cornaro all’abbazia di Classe in cambio di ripetute forniture di pinoli. A seguito delle soppressioni napoleoniche il dipinto, insieme a tutto il patrimonio del convento camaldolese, viene affidato a don Apollinare Rasi, già bibliotecario ed ex-monaco camaldolese. Il passaggio al Comune di Ravenna avviene nel 1922 con il lascito testamentario di Sofia Baccarini, vedova dell’ingegner Claudio Rasi.

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