Il Centro Antidiscriminazioni Lgbti+ del Comune di Ravenna, da poco avviato in uno spazio in via Berlinguer, avvia un corso di sensibilizzazione pensato per figure come insegnanti, educatori, pedagogisti, assistenti sociali, psicologi, psicoterapeuti, medici, infermieri, operatori della comunicazione, avvocati. La finalità è sviluppare competenze per qualificare il rapporto con l’utenza Lgbti+, individuare buone prassi, contrastare le discriminazioni, promuovere l’inclusione dell’utenza con un’identità di genere trans/non binaria, incidere su atteggiamenti e pregiudizi.
Il corso è di 21 e si svolgerà in presenza dal 27 aprile al 6 giugno (iscrizioni entro il 19 aprile con il modulo reperibile sul sito web antidiscriminazione.lgbt). Il programma, in sintesi, tratterà: orientamento sessuale e
identità di genere nella storia e nella cultura, stereotipi omotransfobia, fattori di discriminazione multipla, criticità nell’accesso ai servizi e alle cure da parte di persone Lgbt, linguaggio inclusivo, l’identità transgender in età evolutiva e adulta.
Mirko De Carli, consigliere comunale a Riolo Terme e consigliere nazionale de “Il Popolo della Famiglia”, critica la nascita del centro antidiscriminazioni: «Ha senso richiedere decine di migliaia di euro alla presidenza del consiglio dei Ministri e spendere 13mila euro di soldi di cittadini ravennati per una simile iniziativa? Quante meritevoli iniziative sociali vivono di risorse proprie senza ricevere un euro dalla giunta De Pascale? Non rintracciamo un dato reale che siano uno a conferma di questa emergenza tale da far aprire un centro di ascolto e di lotta contro le discriminazioni Lgbt: non lo troviamo perché non esiste e perché la sinistra locale continua a finanziare iniziative divisive che hanno l’unico scopo di dare soddisfazioni alle componenti più estremiste della loro maggioranza».