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    Categoria: società

Ecco come funziona il sistema delle analisi delle acque del mare in Emilia-Romagna

Le acque del mare Adriatico in Emilia-Romagna vengono analizzate da Arpae per misurare la concentrazione di due batteri per garantire la balneazione in sicurezza

Dopo le grandi piogge che sono state tra le cause dell’alluvione in Romagna, i ­fiumi hanno scaricato in mare detriti e residui di vario tipo, provocando come prevedibile diversi giorni di divieti di balneazione, in particolare nei lidi nord ravennati a partire già dalle prime analisi di inizio giugno. Dal 15 giugno tutta la Riviera Romagnola è balneabile. Ma come funziona il sistema di controlli della qualità delle acque del mare in Emilia-Romagna?

Quali batteri vengono analizzati nelle acque del mare?

Per stabilire se si può fare il bagno in mare senza rischi per la salute si misura la concentrazione di due batteri: escherichia coli e enterococchi intestinali. I prelievi dei campioni di acqua e le analisi vengono svolti dal personale di Arpae, l’agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente, a bordo di mezzi della guardia costiera. L’attività di controllo deriva da una direttiva della commissione europea del 2006 e vale quindi per tutti i Paesi dell’Ue (in Italia è stata recepita dal decreto legislativo 116/2008). «Tutte le 15 regioni italiane che affacciano sul mare sono tenute a eseguire i controlli», spiega il biologo Giuseppe Bortone, direttore generale di Arpae in Emilia-Romagna.

I 98 punti di prelievo dei campioni di acqua di mare in Emilia-Romagna

I 130 km di costa dell’Emilia-Romagna sono stati divisi in 98 tratti di lunghezze variabili a seconda della conformazione del litorale (in provincia di Ravenna sono 21 nel comune capoluogo e 5 a Cervia). In ognuno di questi tratti è fi­ssato un punto di prelievo, de­finito con precise coordinate geografi­che, a una profondità fi­ssa a circa cento metri dalla battigia, in un orario compreso tra le 9 e le 16. La legge stabilisce che si faccia almeno un prelievo al mese durante la stagione turistica balneare. «Una delibera della giunta regionale fi­ssa il calendario che viene inviato al ministero della Salute. Le date quindi sono fissate prima dell’inizio della stagione e non vengono modi­ficate, a meno che non ci siano eventi climatici con condizioni meteomarine tali da rendere impossibile l’uscita in mare». Le prossime date previste nel 2023 sono: 3 e 31 luglio, 28 agosto, 18 settembre. Ma potrebbero essere modifi­cate visto lo spostamento di quelle di maggio e giugno.

I livelli massimi di batteri nell’acqua di mare per un bagno senza rischi

La normativa ­fissa delle soglie massime di presenza dei due microrganismi ogni cento millilitri: 500 per escherichia e 200 per enterococchi. «Sono livelli di sicurezza molto bassi per la massima precauzione». Basta lo sforamento di uno dei due parametri per portare all’ordinanza di divieto di balneazione. Ogni campionamento oltre la soglia fa scattare la ripetizione del test ogni 24 ore ­no al rientro nei limiti. Il valore medio in un quadriennio de­finisce la classifi­cazione delle acque secondo quattro categorie: eccellente, buono, suffi­ciente, scarso. Nel 2022 tutte le acque ravennati hanno confermato il valore di eccellenza per il quarto anno di ­fila. Due numeri per avere un quadro più chiaro: abitualmente il dato di escherichia e enterococchi si attesta sotto a 10, il primo campionamento di ­ne maggio post alluvione fece registrare quota 24mila.

I batteri non sopravvivono in acqua salata e il mare migliora in fretta

Nella quasi totalità dei casi, i dati fuori soglia rientrano in 24-36 ore. La spiegazione la fornisce Bortone: «Il decadimento della loro concentrazione è rapido per due ragioni. La prima è legata alla loro provenienza e cioè i corsi di acqua dolce che hanno un livello di depurazione eccellente ma in circostanze particolari possono raccogliere acque chiare e acque nere per l’apporto di forti piogge che di solito hanno breve durata. La seconda ragione è perché l’acqua salata non è un ambiente favorevole alla loro riproduzione».