Il 15 settembre ritorno in classe per elementari, medie e superiori (le matricole dei licei superano quelle dei tecnici). La Cgil critica per le promesse di assunzioni non mantenute
Dopo gli asili nido e le scuole per l’infanzia (materne), già ripartiti a inizio settembre, venerdì 15 aprono le porte di scuole primarie (elementari) e secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori) in Emilia-Romagna. L’anno scolastico finirà il 6 giugno.
In regione oltre 500mila gli studenti e le studentesse sui banchi, 70mila i docenti e più di 16mila il personale amministrativo, tecnico e ausiliario.
In provincia di Ravenna la popolazione studentesca complessiva conta circa 45mila individui. Poco più di un terzo è alle superiori che avranno 3.460 nuovi iscritti (negli ultimi cinque anni risultati in continua, seppur leggera, crescita): il 40,7 percento degli studenti usciti dalla terza media ha scelto un liceo, una decina in più in valore assoluto rispetto a un anno fa. Ma oltre 7 punti percentuali in meno rispetto alla media regionale.
In provincia quindi tornano a crescere, seppur di poco, gli iscritti ai licei (che superano di nuovo gli istituti tecnici dopo lo storico sorpasso subìto invece un anno fa), mentre continua la risalita dei professionali, scelti da due ragazzi su dieci. Un dato, quest’ultimo, ancora più rilevante se confrontato con il 15,6 percento dell’Emilia- Romagna, che è la regione con la media più alta d’Italia (quella nazionale è del 12,1 per- cento).
È l’anno scolastico dopo l’alluvione. I Comuni sono spesso intervenuti con lavori di somma urgenza per garantire la riapertura degli istituti nei tempi, interventi che ora vanno saldati: in attesa dei fondi statali, la Regione ricorrerà alle donazioni raccolte. Una parte sarà appunto usata per far sì che tutto il sistema scolastico pubblico sia ripristinato nel più breve tempo possibile e che gli enti locali possano pagare tempestivamente le imprese che hanno lavorato questa estate.
La stima dei danni per l’alluvione al patrimonio pubblico utilizzato per scuole e servizi educativi (cioè aule ma anche palestre, giardini, laboratori) ammonta a circa 12 milioni di euro. In particolare, gli istituti scolastici più colpiti si trovano in provincia di Ravenna: a Solarolo, Castel Bolognese, Lugo, Faenza e Sant’Agata sul Santerno. Le stime per provincia prevedono costi per il ripristino pari a nove milioni di euro a Ravenna, due a Forlì- Cesena, oltre 500mila euro per la Città metropolitana di Bologna, 400mila euro per Rimini e 100 mila euro per Ferrara.
L’anno scolastico si apre con l’insoddisfazione dei sindacati: «Le promesse estive sulle immissioni in ruolo per docenti e personale Ata si scontrano ancora una volta con la dura realtà», afferma Sara Errani, segretario Flc-Cgil.
Questi i numeri forniti: «Sul versante del personale docente, fra organico di diritto e di fatto, nei vari ordini di scuola, sono circa 157 i posti su cattedra oraria intera e 116 su spezzone orario, che sono stati coperti con assunzioni di personale a tempo determinato. Allarmante il dato sui posti di sostegno, sono circa 387 i posti su cattedra oraria intera e 200 su spezzone orario. Per il personale Ata, fra organico di diritto e di fatto, sono circa 355 i posti che sono stati in parte già assegnati con contratti a tempo determinato a cui si aggiungono i 100 posti su spezzone orario. Le tabelle che stabiliscono i parametri numerici del personale Ata sono obsolete e non tengono minimamente conto delle effettive esigenze delle scuole».