Come “rigenerare” il Borgo San Rocco, bilancio di un anno e nuovi orizzonti

Cittadini e associazioni hanno promosso diverse iniziative per rivitalizzare lo storico quartiere ravennate. Ne parla il coordinatore Franco Chiarini

Ripensando Ravenna

Alcuni degli animatori del progetto di rigenerazione del Borgo San Rocco davanti alla storica osteria “I mulnér”

Franco Chiarini, per il coordinamento del gruppo di associazioni “ripensando Ravenna”, traccia un bilancio e le prospettive future del progetto urbano di “riscoperta” e “rigenerazione” dell’antico borgo San Rocco, racchiuso fra le porte San Mama, Sisi e il Portonaccio. Una serie di iniziative di animazione avviate a fine 2022 e che si spera di portare avanti nel 2024, anche con il sostegno dell’amministrazione comunale.

Com’è nata l’idea di dedicarvi ad un progetto di rigenerazione del Borgo San Rocco?
«Un insieme di fattori che ci hanno ritenuto importante invertire una situazione di marginalizzazione di questo borgo antico che è città e periferia ad un tempo e l’unico cinto da tre porte. Un borgo soprattutto commerciale con botteghe sempre più in difficoltà e con ingorghi di traffico inestricabili. Alcuni di noi, di cui diversi abitanti o ex residenti del Borgo, da tempo ritenevano necessario intervenire almeno con animazioni temporanee per rendere vivo il borgo e farlo conoscere meglio ai ravennati. Un borgo che non ha eccellenze assolute in termini storico-artistici, ma che è un unicum urbanistico adatto ad essere vissuto e frequentato con servizi moderni e aree gradevoli.
E così abbiamo redatto un progetto, in verità un po’ ambizioso per le nostre forze, ma condiviso dal Comune tramite il progetto “Spasso in Ravenna”, gestito dalle Associazioni di categoria di commercianti e artigiani. Un progetto presentato insieme nel simpatico e storico circolo de “I Mulnér” e originariamente promosso dal Circolo PD Casadei Monti che aveva gestito un questionario nell’area del Borgo San Rocco da cui erano risultate richieste degli abitanti, richieste  che era sufficiente raccogliere ed elaborare tale era la loro evidenza».

Su quali energie contate anche per il futuro?
«Il tutto è potuto decollare pochè il gruppo proponente era il comitato “ripensandoRavenna” costituito da un ventagliio di competenze associative come quella gastronomica (Ravenna Food e Slow Food), quella storico-artistica (Dis-Ordine), quella del contrasto alla povertà (Ecologia di Comunità) e quella del turismo dolce (Trail Romagna). Le iniziative sviluppate nel 2023 hanno potuto contare in massima parte sul volontariato di queste realtà e su di un rapporto necessitante con gli abitanti e soprattutto dalle realtà commerciali che sono state coinvolte direttamente nelle singole iniziative anche tramite il Comitato “Il Borgo” composto appunto da esercizi commerciali. Purtroppo l’attenzione cittadina si è spostata comprensibilmente verso i danni dell’alluvione e quindi rispetto al progetto iniziale è divenuto rarefatto l’impegno anche finanziario del Comune e delle Associazioni di Categoria per cui temiamo che se non ci sarà un interessamento coordinato di queste realtà difficilmente potremmo proseguire con iniziative di rilievo».

Borgo San Rocco Porta San Mamante

Una foto storica del Borgo San Rocco con porta San Mamante

Le iniziative del primo anno di impegno si sono realizzate rispetto al progetto iniziale?
«Ovviamente una parte dei primi mesi è stata dedicata ad intessere rapporti con le diverse realtà locali e a integrare le varie ma necessarie dimensioni sia di qualità professionale che settoriali. Infatti l’originale composizione dei gruppo (volontariato, imprese e istituzioni) era il mix necessario per affrontare tematiche complesse che andavano dalla ristrutturazione  di alcuni “angoli” del borgo con adeguate infrastrutture alla animazione culturale e alla dimensione sociale anche considerando la presenza di due importanti realtà quali la arrocchia di San Rocco con la sua Mensa di Fraternità e la struttura di accoglienza di via Mangagnina verso le quali è stato indirizzato il progetto “Piatto Sospeso”, coinvolgendo gli esercizi del Borgo. Intanto era partita l’iniziativa promossa dal FAI e da noi indirizzata alla valorizazzione dell’Ex-Macello e al Molino Lovatelli risultate le prime strutture “da salvare” a Ravenna nella graduatoria dei risultati di attenzione.
Ma la gran parte delle iniziative si è svolta con tour tematici nel Borgo gestiti soprattutto da Trail Romagna: quattro tour “stagionali” con una media di un centinaio di partecipanti e tutti coinvolgendo le imprese locali.
Una serata conclusiva ha visto la collaborazione fra la bottega “Tirolo Gourmet”, l’Enoteca Bastione, la mostra di artisti ucraini al Molino Lovatelli e il circolo “I Mugnai” nato appunto dai lavoratori del Molino.
Importante anche come prototipo di “una festa di strada” è stata l’organizzaziuone della festa di Via de Tomai, la storica strada “fra le due porte” verso il centro e che è proseguita per le feste natalizie…».

Avete la sensazione che qualcosa sia migliorato e cambiato dal settembre 2022? E su quali idee intendete proseguire per la progettazione 2024?
«Piccoli segnali sono evidenti. Durante le passeggiate culturali gli artigiani e i commercianti del borgo hanno aperto le loro attività e hanno fatto conoscere i propri prodotti e collaborato con gli eventi; alcune facciate fatiscenti hanno recuperato un certo decoro, alcuni “luoghi del cuore”  (di proprietà privata) hanno aperto appositamente per le visite guidate e in un caso con l’aiuto dell’amministrazione comunale per esposizioni temporanee.
Crediamo nel potenziale di questo Borgo, però servono una maggiore condivisione e un approccio aperto da parte di tutti i soggetti, pubblici e privati. Abbiamo in animo progetti culturali ed enogastronomici, legati sempre al territorio e al mondo scolastico, perché crediamo nel futuro e dobbiamo investire sulle nuove generazioni. Abbiamo inoltre condiviso con tutti i soggetti i progetti di riqualificazione sostenibile del Borgo San Rocco… Siamo in attesa di risposte».

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