Il sindaco ha incontrato le famiglie di Antonio Di Criscienzo e Altea Qypi per insignirle del folkloristico omaggio
A ricevere il primo riconoscimento di quest’anno sono stati i genitori di Antonio Di Criscienzo, nato nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Faenza 46 minuti dopo la mezzanotte dell’1 gennaio. Il primo cittadino ha consegnato l’Impagliata alla mamma di Antonio, Jessica Valtieri, trentatrenne dipendente di una grande catena della distribuzione commerciale, mentre il babbo, Alan Di Criscienzo, imprenditore agricolo, non è potuto essere presente alla consegna perché bloccato a letto dall’influenza. Antonio è il secondogenito della coppia nato dopo la sorellina Paola di due anni.
La seconda Impagliata è stata consegnata ai genitori di Altea Qypi: la madre Lindita, di ventisei anni, e il padre Ardian Qypi, imprenditore nel campo della ristorazione. Entrambi di origine albanese e residenti da molti anni in Italia. Altea, primogenita, è nata alle 8.35 dell’1 gennaio nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Faenza.
Quella del dono dell’Impagliata ai primi nati faentini è una tradizione nata nel 1977, grazie al lavoro dell’allora Segretario Generale del Comune, Alteo Dolcini, che fece sua questa antica usanza dando al sindaco del compito di consegnare l’omaggio alle famiglie. L’usanza in sè però ha radici ben più antiche, documentate fin dal ‘4oo e testimonia il significato della vita e della protezione che la comunità riservava alla “donna-madre”, fornendole nuove stoviglie per il suo primo pasto da genitrice. Il servizio è costituito da un piatto fondo per il brodo, un portauovo con porta-sale e una piccola zuppiera. Per quanto l’origine del termine sia incerta, si pensa possa fare riferimento al giaciglio di paglia sul quale venivano posati i neonati. Le impagliate di quest’anno presentano un decoro ‘a garofano’, motivo che più rappresenta la maiolica faentina, e sono stati realizzati, come da tradizione, dal ceramista faentino Romano Cortesi.