A San Bartolo è nato un centro didattico e ricreativo, con una piccola biblioteca

Inaugurato Labadabadu, con un’aulta per lezioni di musica e una sala per eventi

A San Bartolo, frazione a sud di Ravenna, è stata inaugurato il punto prestito e lettura per bambini e bambine, ragazzi e ragazze “L’Albero di Gio”, in collaborazione con l’Istituzione Biblioteca Classense.

Insieme al punto lettura sono state presentate alla comunità anche le prime aree del centro didattico ricreativo Labadabadu, in particolare l’aula dove si svolgono le lezioni di musica e la sala eventi. Entro l’anno sarà aperta una nuova area (una seconda sala eventi con cucina e una sala insonorizzata per prove musicali) e sarà accessibile il parco alberato di circa 2.000 metri quadrati.

I proprietari, i ravennati Michele Guerra e Chiara Torelli, hanno accolto con emozione le tante persone presenti spiegando i motivi che hanno spinto loro a portare avanti questo progetto, ideato per offrire a bambini, ragazzi e adulti «uno spazio socio-
educativo e un supporto in attività didattiche, ludico-ricreative e ludico-espressive».

«Questo centro – commenta Michele Guerra, insegnante di musica nelle scuole dell’infanzia e primarie di Ravenna e dintorni – nasce dall’idea maturata in periodo di pandemia. La voglia di ripartire era tanta e la voglia di riportare i bambini, i giovani e anche gli adulti a condividere spazi ed esperienze era anche di più. La mia passione nel campo della musica e dell’insegnamento musicale, per i quali ho lasciato il lavoro da informatico qualche anno fa, mi ha convinto a cercare una location adatta per creare una piccola scuola di musica, volutamente in periferia. Quando abbiamo visto questa struttura ce ne siamo innamorati e il progetto si è completato in maniera spontanea, come se questi spazi fossero da sempre progettati per questo scopo».

Al taglio del nastro è intervenuto l’assessore Fabio Sbaraglia: «Il Comune di Ravenna è un comune molto ampio e molto particolare: il 40% dei cittadini ravennati vive in circa 90 frazioni fuori dalla cintura urbana e la scarsa possibilità di accesso ai servizi di natura scolastica, sanitaria e culturale crea una disparità sul territorio che preoccupa e che ci vede impegnati faticosamente a ridurre. Vedere che dal territorio nascono progetti come questo che si pongono l’obiettivo di avvicinare i servizi alle comunità è esattamente ciò che cerchiamo di stimolare».

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